lo spunto

Corvino, il diciassettesimo posto e lo sfogo: proviamo a leggere tra le righe

Giuste le critiche a Corvino, ma non è detto sia tutto buttare. Tra il diciassettesimo posto e la scelta di Donadoni, proviamo a fare un ragionamento logico.

Manuel Minguzzi

C'era Pantaleo Corvino giovedì alla presentazione di Roberto Donadoni, già questo di per sé rappresenta un segnale che probabilmente la società ha voluto mandare. Si è scritto tanto nell'ultima settimana, di un Donadoni scelto da altri e non dal responsabile dell'area tecnica, di una società frammentata e con una accozzaglia di ruoli senza una gerarchia chiara, chiudendo addirittura con un Corvino pronto ad essere fatto fuori a breve. Proviamo a ragionare per gradi. Se il Bologna ha scelto Corvino per la presentazione significa che il ds è ancora ben saldo in sella, inoltre, lo stesso Corvino ha ammesso come nel momento del primo contatto con Donadoni era presente pure lui. O prendiamo per vera l'affermazione o facciamo passare Corvino per un bugiardo. Si è cercato di chiudere il discorso a monte dunque, archiviare una polemica sterile sulle decisioni prese in società, soprattutto da chi. Certo, Corvino non è un dirigente da esonero facile ma evidentemente anche lui si sarà reso conto della situazione e avrà dato il suo benestare al cambio, se poi Donadoni è stato contattato da Saputo in persona è un altro discorso. Non avrà alzato la cornetta Pantaleo, ma il suo placet si sarà palesato altrimenti saremmo alle prese con un d.s bypassato, il quale avrebbe potuto tranquillamente dimettersi se si fosse ritrovato di fronte all'esautorazione del suo ruolo. E' chiaro però che il chairman si sarà confrontato con i suoi dirigenti, anche perché la conoscenza calcistica di Saputo è limitata e non credo abbia avuto le competenze per scegliere da solo il successore di Rossi. Probabilmente c'è stata confusione nelle settimane scorse, divergenze - come scritto anche qui - di vedute all'interno della compagine dirigenziale, ma nel momento del massimo bisogno le fila si sono ricompattate e a quel punto il chairman avrà avuto l'ultima parola. Come è giusto che sia. Diciamo che il Pantaleo Corvino ascoltato in conferenza è tutto tranne che un d.s. privo dell'operatività della carica, se poi la situazione cambierà nei prossimi mesi lo scopriremo, ma penso che tutto dipenderà dai risultati che la squadra otterrà. Come ho avuto modo di scrivere, se Donadoni risolleverà il Bologna salverà anche il progetto tecnico targato Corvino. Poi certo, nel giorno della presentazione di Donadoni può essere considerato uno sfogo fuori luogo, ma probabilmente dopo tutto quello che è stato scritto covava nell'animo parole di fuoco.

Parliamone del progetto dunque. I risultati non sono difendibili e quando sei terzultimo con sei punti in dieci partite è inevitabile tirare in ballo il direttore sportivo e sottolinearne gli errori. Le responsabilità vanno ripartite e non concentrate solo su Delio Rossi. Un progetto basato sui giovani a me è sempre piaciuto, perché significa guardare al futuro, a valorizzare il patrimonio tecnico della società e quindi aumentarne il valore complessivo. Abbiamo richiesto esplicitamente questa strategia per anni senza essere ascoltati dalle varie proprietà che si sono succedute, ora che è stato fatto non possiamo rinnegare noi stessi. Bene i giovani dunque, ma questo non significa avere il paraocchi e negare l'evidenza degli errori commessi. Non è stato risolto, ad esempio, il problema terzino destro. Non si è capito che forse Mbaye non era pronto per questo salto e ci si è affidati a Krafth, potenzialmente molto forte, ma infortunato. Ovvio sottolineare come i danari utilizzati per il senegalese forse si sarebbero potuti spendere in altro modo. Manca, inoltre, un regista di esperienza a centrocampo, anche se, ne siamo sicuri, Donsah, Diawara e Rizzo diventeranno tre ottimi giocatori con cui il Bologna potrà fare ciò che vuole. Quando ti affidi ai giovani sai benissimo che dovrai pagare uno scotto iniziale, e forse in questo caso si è deciso di non mettere una pezza alla lacuna. Poi ci sono quelli già cassati in partenza: Crisetig è il nuovo Krhin e Pulgar è un brocco. Sospendo il giudizio, punto primo perché occorre verificare che uso farà di loro Donadoni, punto secondo perché, essendo giovani, possono esplodere tra un po' di tempo. Qui torniamo al discorso di prima, se prendi dei giovani sai che potranno renderti col tempo e non nell'immediato, e forse per una squadra che deve salvarsi non è il massimo.

Veniamo dunque al diciassettesimo posto. Donadoni non firmerebbe, Corvino - vista l'attuale posizione - sì. E' una strategia per abbassare l'asticella e togliere pressione. Non mi soffermerei troppo su questa frase perché probabilmente è chiaro che la società si aspetta qualcosa di più di una salvezza sofferta, solo che giustamente non lo dice. Tirando le somme. E' ovvio che ci sono stati errori (qui nessuno difende Corvino per partito preso, anche se il mio rapporto con lui è buono così come lo era con Fusco, e di certo non ho lesinato critiche per l'avvio di stagione) ma non casserei in toto il progetto giovani lanciato da questa società. Non solo da Corvino ma anche da Saputo che ha esplicitamente chiesto di investire il più possibile in giocatori di proprietà, perché non è intenzione di questo Bologna valorizzare calciatori di altre sponde. Il vero errore forse è stato trascurare un po' il presente focalizzandosi sul futuro, ma se tra due anni i giocatori di questa rosa diventeranno forti e con un valore sul mercato quintuplicato, cosa diremmo di Pantaleo Corvino? Criticai l'ultima conferenza del ds, difendeva il suo operato ma i risultati non gli davano ragione e Rossi rimaneva al suo posto. Vedremo se il cambio lo salverà. Dico la mia: siamo in difficoltà nel presente ma forse con un altro allenatore avremmo qualche punto in più e Donadoni ci porterà alla salvezza. Il Bologna ha deciso di prendersi un rischio nell'immediato consapevole che, se superato, potrà spalancare le porte ad un futuro radioso. Penso possa essere un gioco che vale la candela, il tutto sta nel conseguire in questa stagione la salvezza. Se non succederà, apriremo giustamente i processi.