lo spunto

Bella la B (quando non ci sei)

~~Pausa nazionale per la Serie A, allora si guarda la Serie B. La prima sensazione è che alla fine il campionato sia spettacolare, ma quando ci sei immerso per interessi diretti e personali non te lo godi, anzi: lo maledici. Meglio starci...

Manuel Minguzzi

~~Pausa nazionale per la Serie A, allora si guarda la Serie B. La prima sensazione è che alla fine il campionato sia spettacolare, ma quando ci sei immerso per interessi diretti e personali non te lo godi, anzi: lo maledici. Meglio starci alla larga e osservarlo da spettatori neutrali, quasi disinteressati. Quando poi vedi anche una rete di Gennarino Troianiello capisci perché nel calcio italiano esistano categorie A e B. C’è chi è più adatto ai migliori e chi invece trova nella cadetteria il suo habitat naturale. Devo ammettere però che ritrovare qualche ex rossoblù rende più interessante la visione. C’è Bisoli, lo specialista della cadetteria, che prova l’assalto all’ennesima promozione. Non lo fa da Cesena ma dall’Umbria, da Perugia. Penso possa essere considerata una outsider credibile la squadra del nostro ex tecnico, forse di più rispetto al Pescara del troppo sicuro di sé Massimo Oddo. Bisoli conosce la categoria, sa come instaurare una mentalità vincente sulla base delle durissime caratteristiche della lega presieduta da Abodi, perché probabilmente in Serie A gli allenatori troppo esigenti e spigolosi rischiano di scontrarsi con le ‘stelle’, i giocatori più viziatelli che non amano troppo obbedire e faticare, ma in Serie B, con tanti elementi umili e giovani, un allenatore del genere può davvero incidere tanto. Alla prima i grifi di Perugia (città bella, che consiglio di visitare) hanno sconfitto la neo promossa Como che nella ripresa ha schierato il brasiliano Bessa. Sì, riparte da lì il mediano portato da Filippo Fusco, forse sopravvalutato ma facente comunque parte del grande gruppo dello scorso anno. Fa piacere però rivederlo in campo, anche se qui non ha di certo lasciato un sontuoso e indelebile ricordo.

Chi invece si è guadagnato la simpatia di tutti (anche se praticamente non ha giocato) è quel Gennaro Troianiello reduce da quattro promozioni consecutive. Difficile ci riesca di nuovo a Salerno, anche se il buon Gennarino ieri è andato in rete siglando la definitiva vittoria granata nel derby contro l’Avellino. Ecco, diciamo che le semifinaliste dell’anno scorso non sono andate benissimo: il Pescara ne ha presi quattro, l’Avellino è caduto a Salerno mentre il Vicenza è passato (con tante sofferenze e con un rigore) a Modena. A proposito degli abruzzesi, la sensazione è che la squadra dell’anno scorso fosse più forte, soprattutto, che avesse raggiunto il livello massimo esprimibile per questa categoria. Hanno perso giocatori importanti, acquistati di forti, ma il livello totale forse non è sufficiente per tentare l’assalto alla promozione. Chissà.

Provo invece malinconia nell’ammirare Gianluca Sansone con la maglia del Bari. Lui che è stato decisivo per la promozione rossoblù, si conferma giocatore specializzato nella Serie B dopo che Corvino (per via dei costi molto alti) ha deciso di non riscattarlo dalla Sampdoria in estate. Probabilmente gli manca qualcosa per la massima serie, ma quella sua maglietta autografata pochi giorni prima della sfida di ritorno la conserverò con estrema cura e dedizione. Sarà un unicum, la casacca ufficiale del Bologna con la firma di Sansone, sei mesi di Bologna intensi e pieni di soddisfazione non verranno cancellati da un riscatto non esercitato. Se siamo in Serie A è grazie a giocatori come lui e come Laribi, accolto tra gli applausi durante Bologna-Sassuolo. Un minimo di riconoscenza è fondamentale nello sport come nella vita, chi se la dimentica è perché evidentemente non ha una particolare predisposizione agli affetti o a riconoscere chi si è speso per darti una mano. Per quanto mi riguarda: viva Sansone!