lo spunto

Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?

Sconfitta inopinata a Frosinone, ma è davvero colpa di Donadoni?

Manuel Minguzzi

Il Bologna cade ancora al Matusa di Frosinone. La trasferta ciociara non ci dice bene, ma probabilmente non l’affronteremo più per diverso tempo. Se per Battisti era difficile staccarsi dalla sua partner, per noi sarà molto più facile allontanarci dal Frosinone e dal Matusa. Ecco, l’impianto non è di certo tra i più accoglienti, sia per chi tifa e sia per chi lavora. Alla faccia della Serie A…

Ma si sa, in questi casi chi perde dovrebbe starsene zitto, invidiando chi ha portato a casa i tre punti e gioisce. Peccato che perdere a Frosinone non sia digeribile per una squadra che ha battuto Napoli e Milan. L’altro grosso problema è l’umore. Donadoni e la squadra sono passati da fenomeni a brocchi nel giro di tre giorni: euforia ai massimi la domenica, depressione cronica il mercoledì. Il calcio fa male, lo ripeto sempre. Il mister sceglie il turn-over: schiera Floccari davanti, Rizzo a supporto e Morleo a sinistra. Riposano Giaccherini, Destro e Masina. (non contiamo Donsah che è uscito acciaccato domenica). Sgombriamo il campo da dubbi: secondo me ha fatto bene. In una partita di questo genere, Destro forse non avrebbe toccato pallone, si sarebbe beccato una marea di calci uscendo malconcio dal Matusa e magari con un’ammonizione sul groppone. Ergo: evitata la squalifica. Morleo a sinistra ha disputato la sua classica onesta e grintosa partita, non credo sia imputabile a lui la sconfitta. Su Giaccherini invece il discorso è molto chiaro: reduce da due infortuni muscolari, il Giak non può permettersi tre partite in sei giorni, così come Donadoni non può rischiare di perderlo.

Per quanto mi riguarda, difendo la scelta del turn-over, così come penso non sia imputabile a questo la sconfitta del Bologna. Infatti, le tre sciocchezze che hanno contribuito alla disfatta portano la firma di tre titolari: Taider sbaglia clamorosamente un disimpegno facile, dalla palla persa Oikonomou commetterà l’ingenuo fallo di mano, e a conclusione della rassegna c’è il fallo di Rossettini. Forse questo è l’episodio meno grave perché alla fine il difensore ha evitato una battuta facile a rete e pure l’espulsione. Poi bisognerebbe valutare una presunta posizione di offside…ma come dice Donadoni ‘è inutile piangere sul latte versato’.

Per cui, nella partita sulla carta più facile Donadoni, sia per necessità ma anche con un pizzico di azzardo, ha tentato la carta turn-over. Se avesse fatto risultato sarebbe rimasto fenomeno, avendo preso la classica scoppola è diventato brocco. Ho udito addirittura qualcuno sentenziare: “Questo è il Bologna di Delio Rossi”. Non scherziamo! E’ un incidente di percorso, nulla più, anche dettato da un metro arbitrale discutibile e da alcuni episodi girati male. Per il resto la squadra ha lottato, si è calata nella dura realtà del Matusa adattandosi ad un calcio di Serie B. E’ mancato solo cinismo in zona gol, perché se Ferrari avesse segnato ora parleremmo di altro. Bene ha fatto Donadoni a prendere Alex come esempio, lodandone la voglia, la dedizione, la determinazione. Quella fame che nutre Ferrari viene invece saziata dall’atteggiamento rivedibile di Mbaye. Il ragazzo proprio non ce la fa. Pazienza, anzi no perché è costato tanto…troppo.

Chiusura su Gervasoni, altro elemento che speravamo di non incontrare. Il metro arbitrale per lui varia, perché 6 cartellini gialli a 2, tra l’altro a sfavore degli ospiti, rappresentano un dato statistico non conforme all’andamento della partita. O la sfida è dura e maschia da entrambe le parti- come è stata – oppure una squadra ha giocato al pallone e l’altra ha picchiato. Non mi pare che il Frosinone abbia insegnato calcio e il Bologna dato calci. Di conseguenza, i ciociari fanno della grinta il loro marchio di fabbrica ma è stata la squadra più tecnica a beccarsi il triplo dei cartellini gialli. Qualcosa non torna, è un po’ come se incontrassi un pugile per strada in una rissa e a darle fossi solo io: improbabile. Poi c’è quel corner battuto da Mounier in cui Gervasoni sembra fermare tutto a palla non in gioco. Ecco: sembra. In realtà, dalle immagini con audio si evince che Gervasoni – dopo la chiacchierata con Soddimo – fischia per far battere l’angolo, Mounier calcia, poi il direttore di gara fischia di nuovo per ammonire Blanchard. Peccato che la palla fosse già in viaggio, quindi in gioco! Rigore.

Chiudiamo con un breve riassunto. Gervasoni e Frosinone, non dovevamo vederci più?