editoriale

Testa e cinismo: così funziona

Il Bologna mette il primo mattone di questi playoff, un mattone che da solo potrebbe valerne due, andando a espugnare il Partenio al termine di una gara vivace, non bella ma emozionante fino all’ultimo secondo. Probabilmente sarebbe stato il...

Luca Lollini

Il Bologna mette il primo mattone di questi playoff, un mattone che da solo potrebbe valerne due, andando a espugnare il Partenio al termine di una gara vivace, non bella ma emozionante fino all’ultimo secondo. Probabilmente sarebbe stato il pareggio il risultato più giusto, ma all’encomiabile grinta dell’Avellino non è corrisposto il necessario cinismo, fatto suo invece da un Bologna che ha avuto una sola chance, capitalizzata da Sansone.

Il Bologna non iniziava la gara con i favori del pronostico, nonostante un miglior piazzamento in classifica rispetto agli irpini. Perché le ultime partite dei rossoblù le abbiamo viste tutti e, fermo restando che neppure l’Avellino aveva fatto sfracelli nel finale di campionato, la vittoria di La Spezia aveva fatto passare l’allarme da arancione a rosso. Per una questione sia atletica, sia mentale. Loro stavano meglio su entrambi i fronti, in teoria, e sul piano fisico l’hanno dimostrato ieri sera: nonostante i centotrenta minuti a ritmi forsennati, parte dei quali in dieci, giocati solamente tre giorni prima, i ragazzi di Rastelli hanno spinto e aggredito sino al novantaseiesimo.

I rossoblù, tuttavia, questa onda verde hanno saputo arginarla abilmente, disputando una gara ottima tatticamente. Guidati dalla spina dorsale veterana, bloccati gli accessi per vie centrali hanno concesso spazio soprattutto a un tanto smanioso quanto confusionario Zito, e di pericoli veri Da Costa ne ha corso giusto uno: una conclusione ravvicinata proprio del numero tre, respinta al mittente.

Non è stato un Bologna più brillante rispetto agli tre di Delio Rossi, ma è chiaro che quando l’asticella della valenza si alza bisogna ritarare i propri giudizi. Se il Bologna di Vercelli aveva disputato una gara lenta, macchinosa e abulica, quello di Avellino è stato al contrario intelligente, cinico e compatto. Con la testa ha sopperito alle mancanze atletiche, e finalmente ha sfruttato la qualità superiore di cui dispone per vincere la partita. Perché il gol di Sansone è stato splendido, un’azione a due tocchi tra Matuzalem, Laribi e l’ex Samp che ha colto di sorpresa la difesa avellinese per rapidità e verticalità.

Questo dovrà essere il canovaccio da seguire nei playoff, dove il risultato stacca il gioco di tre piste per importanza. Dovremo poter contare ancora sugli uomini chiave della vittoria campana, ossia Da Costa, Maietta, Matuzalem e Sansone, che da bravi senior hanno guidato i compagni, indirizzandoli verso il risultato finale. Di ostacoli ce n’è ancora certamente uno, ma si spera tre: se il Bologna resta questo, il traguardo è raggiungibile.