editoriale

Quali sono le avversarie del Bologna?

Mancano tre giorni al raduno del nuovo Bologna, che domenica prossima salirà a Castelrotto per il ritiro estivo. Salirà, a meno di un clamoroso rush corviniano, costruito per metà: se la porta e (per il momento) la difesa sono...

Luca Lollini

Mancano tre giorni al raduno del nuovo Bologna, che domenica prossima salirà a Castelrotto per il ritiro estivo. Salirà, a meno di un clamoroso rush corviniano, costruito per metà: se la porta e (per il momento) la difesa sono sistemate, centrocampo e attacco restano ancora da disegnare. La mediana a oggi può avvalersi del solo Luca Rizzo, mentre l’attacco è sguarnito. Non si offendano i quattro giocatori offensivi (cinque con Yaisien) attualmente sotto contratto, ma le loro prestazioni recenti purtroppo non permettono di caricare sulle loro spalle il peso di un intero campionato di Serie A. Qualcuno tra Bianchi, Cacia, Acquafresca e Mancosu è probabile che resti (Acquafresca attualmente l’indiziato principale), ma sia per l’ingaggio sia per il discorso fatto poco fa Corvino cercherà di piazzarli altrove.

Dunque Rossi inizialmente lavorerà su una rosa monca però sua, che è sicuramente meglio di prendere una squadra fatta da altri a tre giornate dalla fine con l’obiettivo di portarla in Serie A – riuscito. Ma ormai succede sempre così, è praticamente impossibile partire per il ritiro con l’undici titolare completato. Vale anche per le avversarie dirette del Bologna, che a oggi di grandi acquisti non ne hanno certo conclusi.

Ma le avversarie dirette del Bologna quali sono? Una domanda che potrebbe aprire un dibattito tra i super-ottimisti e quelli che invece preferiscono volare basso. Personalmente non ho dubbi in merito: Atalanta, Udinese, Empoli, Chievo, Verona, Carpi e Frosinone, con Sassuolo e Palermo un gradino sopra le altre. Il plotone salvezza insomma, poiché l’obiettivo imprescindibile della prossima stagione è quello. Certo, in una Serie A che fatica da tempo a essere competitiva (lo scorso anno già a febbraio si conoscevano due retrocesse), per citare una frase molto in voga “bisogna impegnarsi parecchio per retrocedere”.

Che ci si debba impegnare parecchio per retrocedere lo abbiamo scoperto sulla nostra pelle un anno fa, quando il Bologna ha fatto veramente di tutto per finire tra le ultime tre del campionato. Un andamento angosciante, a lungo mascherato dalla pochezza delle avversarie che tuttavia, nella volata finale, sono riuscite a cavarsi d’impaccio e pestare i rossoblù sino alla retrocessione. Giù il Bologna, su Chievo e Sassuolo. Impegno, tantissimo impegno.

In un anno la situazione si è radicalmente modificata, e sono convinto che la stagione del Bologna non ricalcherà quella appena descritta. Non è soltanto una questione di soldi quanto di personalità societaria. Quel Bologna era stato costruito in maniera raffazzonata, precaria, da figure poco competenti che nel momento in cui la squadra necessitava di una sferzata furono totalmente incapaci di dargliela poiché totalmente inadatti a ricoprire determinati ruoli. Ora è diverso. E sarà un campionato diverso. E se ci sarà da soffrire, ci saranno anche uomini con le capacità per gestire la situazione.