editoriale

Domenica un nuovo Bologna

Sarà un altro “nuovo” Bologna quello che si appresterà a giocare contro il Cagliari domenica nella gara di mezzogiorno. Non sarà una rivoluzione vera e propria rispetto a quanto si è visto nelle prime due partite, ma di sicuro...

Giacomo Bianchi

Sarà un altro "nuovo" Bologna quello che si appresterà a giocare contro il Cagliari domenica nella gara di mezzogiorno. Non sarà una rivoluzione vera e propria rispetto a quanto si è visto nelle prime due partite, ma di sicuro vedremo qualcosa di diverso. Il mercato dell'ultimo giorno ha portato giocatori dei quali ci sarà bisogno nel corso della stagione, e chissà che questo bisogno non cominci proprio dalla sfida contro i sardi. Per Helander, Sadiq, Torosidis, Viviani e Gomis sarà la prima volta al Dall'Ara con la maglia rossoblù, sarà la prima volta nella quale assaggeranno l'affetto del pubblico di Bologna e che metteranno le loro prestazioni al servizio della gente. Qualcuno scenderà in campo, qualcun altro no, qualcuno addirittura dal primo minuto. E provo già a sbilanciarmi su chi potrebbe essere, e dico Federico Viviani.

Cercato da Bigon e Donadoni, che non ha mai nascosto la necessità di volere un mediano purissimo (cosa che dopo la partenza di Diawara è mancata), l'ex giocatore di Roma e Latina potrebbe subito entrare negli undici titolari. Da un lato non ci sono dubbi sulla sua integrità fisica, dall'altro Pulgar e Nagy sono stati impegnati con la Nazionali, e chissà che Donadoni non veda proprio nel suo nuovo numero 6 la soluzione ideale. Non ci sarebbero problemi di scarsa conoscenza con i compagni, perché 10 giorni di lavoro saranno serviti proprio a questo e perché -concetto banale ma del quale spesso ci dimentichiamo- chi sa giocare a pallone, trova l'intesa anche senza avere mai fatto un allenamento con chi gli è al fianco. E Viviani, a pallone, ci sa giocare veramente. C'è chi non si fida di lui dal punto di vista fisico, e lo definisce troppo fragile: ha avuto la pubalgia, parola che a qualcuno fa paura anche se solo viene pronunciata. In realtà, si tratta di un infortunio non destabilizzante, che ha nella sua unica via per la guarigione il restare a riposo per un determinato periodo di tempo. E il nuovo centrocampista rossoblù, ha fatto esattamente questo, è rimasto a guardare per quasi tutta la passata stagione. C'è poi chi ha dubbi guardando il suo curriculum e quindi lo etichetta come un "retrocesso". Non è retrocesso solo Viviani, così come non è retrocesso solo Helander, così come non è retrocesso solo Bigon: è retrocesso il Verona, in un'annata nella quale le cose sono andate male, in tutto il mondo gialloblù. Tornando al discorso iniziale, bisognerà capire se Donadoni andrà verso una rivoluzione o se manterrà l'ossatura del precampionato e delle prime partite.

Personalmente, non mi dispiacerebbe che venisse trovata un'alternativa a Simone Verdi. Mounier sembra essere caduto nel dimenticatoio, ma mi piacerebbe rivederlo in campo: non è un fenomeno -e non lo sarà mai- ma è un giocatore molto utile alla squadra. Verdi è più talentuoso e più tecnico, ma a volte sembra essere inconcludente. Il francese non ha la sua classe e nemmeno la sua visione di gioco, ma ha tanta corsa, è molto dinamico, fa bene le due fasi: avere da una parte Kreijci (che non può rimanere in panchina) e dall'altra lui, garantiriebbe freschezza, velocità e corsa. Mica male per una squadra che vuole correre e che ama giocare in contropiede, come ha fatto vedere nel precampionato. Aspettando i titolari, e l'inserimento dei nuovi, l"usato sicuro francese" non mi dispiacerebbe. Con Viviani a dettare i tempi e l'eventuale recupero di Donsah a portare forza fisica ed inserimenti, ci si può divertire veramente. Il Bologna mi piace, il Bologna non è incompiuto come qualcuno vuole fare credere.