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Un Angelo venuto da Genova: Da Costa è molto più di un amuleto

Le statistiche del portiere rossoblù non mentono: quando è titolare, il Bologna non perde praticamente mai.

Redazione TuttoBolognaWeb

Un nome, una garanzia. Angelo Da Costa è stata una manna dal cielo per il Bologna, una sorta di amuleto per i più. Arrivato un anno fa nel mercato di riparazione, il portiere brasiliano è stato decisivo per la promozione in A, soprattutto nei playoff contro Avellino e Pescara. Nella postseason, quattro reti subite, tutte ininfluenti ai fini del risultato, e alcuni interventi da vero numero uno.

Complessivamente, i rossoblù hanno perso appena due partite sulle tredici disputate Da Costa, che ha dovuto raccogliere il pallone dalla porta in tredici occasioni. Con l'acquisto di Mirante, l'estremo difensore verdeoro ha perso il posto da titolare, ma ha accettato di buon grado il ruolo da vice. E quando c'è stata l'occasione ha risposto presente. La prima presenza di quest'anno a Carpi, nella fondamentale vittoria per due a uno.

Nell'uscita successiva, con Mirante ai box, è toccato ancora a Da Costa difendere i pali contro l'Inter. Trafitto da Icardi, il portiere ha di nuovo lasciato il posto al suo collega ex Parma, così come si accingeva a fare Rossi con Donadoni. Col nuovo mister la musica non è cambiata nelle gerarchie fra numeri uno, già chiare fin da inizio stagione.

Poi il nuovo infortunio di Mirante e la chance con la Fiorentina. Un uno a uno che ha accontentato l'ambiente, così come la prestazione dell'ex Samp, incolpevole nell'occasione della rete di Bernardeschi. Domenica, alla Dacia Arena di Udine, un'altra occasione per confermare il suo ruolo da vero e proprio amuleto: con lui il Bologna non perde (quasi) mai. Ma non chiamatelo portafortuna, Da Costa è molto di più.