Alla fine un po' di intimità è venuta fuori. Difficile resistere per sempre ai continui assalti (più o meno velati) dei giornalisti in sala stampa, volenterosi di strappare qualcosa in più della solita retorica di Thiago Motta. E così nell'ultima conferenza stampa pre partita l'allenatore italobrasiliano si lascia andare in un racconto più lungo del solito, più personale del solito.
news
Repubblica – Abbiamo visto un Thiago un po’ più intimo nell’ultima conferenza
Certo, il focus del discorso è partito dal Bologna e dai suoi giocatori. Si parlava della capacità di sacrificio di Lewis Ferguson nell'aiutare Posch in fase difensiva, di Orsolini che non deve accontentarsi mai, nemmeno dopo una partita di stratosferica. Di Barrow che deve mantenere la costanza anche negli allenamenti. Il Bologna sopra ogni cosa, quando parla Thiago è sempre un «noi» anziché «io». Fa i complimenti a Gasperini, suo mentore, e risponde con la stessa tranquillità che aveva in campo da giocatore. Ma qualcosa scatta nella domanda del giornalista, che lo incalza sull'ambizione al miglioramento. Lì Thiago racconta del suo passato, di com'è cresciuto, di cosa ambiva e di come è arrivato a presentarsi in questo modo davanti a noi.
LEGGI ANCHE
Motta parla di una «difficoltà a dormire bene» quando si riferisce alle notti in cui sapeva di non aver dato il massimo. Si è fatto male come persona, dice, quando si riferisce alla sua rigidità di ambizione, che passava anche (e soprattutto) dal quotidiano. Esattamente come guida il Bologna oggi, guardando pezzettino per pezzettino alla volta. Per un futuro radioso, che deve ancora avvenire ma che si fonda già sull'oggi lavorativo. E i rossoblù ne sono autentico risultato positivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA