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Moro: “Donadoni? Non pensavo sarebbe diventato un grande allenatore. Niente Italia, resta a Bologna”

Adelio Moro racconta, in un'intervista al QS, di un giovane Roberto Donadoni, di cui è stato compagno nella stagione 1983/84 all'Atalanta.

Redazione TuttoBolognaWeb

Roberto Donadoni appare spesso come una persona riservata, introversa, poco avvezza all'eccesso e alle luci della ribalta. Per conoscere bene il personaggio la soluzione migliore è perciò rivolgersi a chi ha condiviso con lui alcuni momenti  intimi in carriera, quelli nello spogliatoio ad esempio. Uno di questi è Adelio Moro, che di Donadoni è stato compagno all'Atalanta nella stagione 1983/84.

"Era un piacere dargli consigli. Lui ascoltava sempre, non sbuffava mai, recepiva e metteva in pratica - racconta Moro al Resto del Carlino - . Era educato, rispettoso e determinato, sempre sul pezzo. Ogni tanto ci vediamo ancora e ci sentiamo. Un paio di anni fa l’ho incrociato su un campo da golf, la sua passione".

Un Donadoni alle prime armi quello che ha conosciuto Moro, visto che per l'attuale mister del Bologna si trattava appena della seconda stagione da professionista. "Eppure il talento fu evidente dal primo allenamento. Fu il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. In solitudine provava discese sulla fascia, cross, calci piazzati: uno più bello dell’altro. Gran calciatore e con quella mentalità non poteva che diventare un campione».

Se le potenzialità da fuoriclasse erano già lampanti all'epoca, discorso diverso per quelle da futuro grande allenatore. "Non mi sarei mai aspettato che facesse una carriera del genere da tecnico - confida l'ex centrocampista di Atalanta, Inter e Milan fra le altre -. Era di poche parole e così è rimasto in un mondo in cui spesso si bada più al fumo che all’arrosto e il contorno è cinema. Forse per questo ci ha messo più di altri ad arrivare. Roberto è l’elogio della sostanza, le sue squadre giocano bene, vincono e convincono. Senza tanti fronzoli, sa arrivare dritto al cuore e alla testa dei giocatori. E’ sempre aggiornato: insomma, è un allenatore di primissima fascia".

La prossima meta potrebbe essere la Nazionale secondo Moro? "No, resta al Bologna. Nell’ambiente siamo consapevoli che la piazza è importante e la società di primissimo livello, con una proprietà ambiziosa e solidissima. In giro non c’è tanto di meglio per prospettive di crescita. E penso proprio che Roberto ne sia consapevole". Domenica è in programma Atalanta-Bologna, non una sfida come tutte altre per il mister rossoblù.

"Penso che avrà un'accoglienza ottima. Il settore giovanile dell’Atalanta ha prodotto grandi giocatori, ma Donadoni è l’ultimo grande figlio di Bergamo, in più è un’ottima persona - ricorda Moro -. Fu pure uno dei protagonisti della promozione della stagione ‘83-‘84, con Sonetti in panchina. Eravamo compagni di squadra. Lì iniziò l’ascesa che lo ha portato al grande Milan".

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