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Juve, con Suarez c’era già l’accordo. Ma poi il caso cittadinanza…

SANT JOAN DESPI, SPAIN - SEPTEMBER 07: Luis Suarez of FC Barcelona arrives at Joan Gamper Ciutat Esportiva for a training session on September 07, 2020 in Sant Joan Despi, in Barcelona, Spain. (Photo by David Ramos/Getty Images)

Il caso analizzato dal sito della Gazzetta dello Sport

Redazione TuttoBolognaWeb

La Juventus aveva già l’accordo per ingaggiare Luis Suarez: un minimo garantito di 7,5 milioni di euro l’anno con la possibilità, grazie ad alcuni bonus, di arrivare a 10 milioni.

È quanto Fabio Paratici rivelò al procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone e ai pm Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti nell’interrogatorio dell’11 novembre nell’ambito dell’ormai famosissima inchiesta sull’ "esame farsa" di italiano per ottenere la cittadinanza e poter dunque entrare nel campionato italiano da comunitario. L'accordo fu raggiunto il 30 agosto scorso, ma poche ore dopo, Paratici inviò un sms a uno degli avvocati dell’uruguaiano, assalito dal dubbio sullo status del "pistolero". A quel punto cominciò l’organizzazione dell’esame, il cui contenuto veniva poi rivelato al giocatore nei giorni precedenti. Nel confronto con i magistrati, Paratici spiega anche che - proprio verificando l’impossibilità di poter avere la cittadinanza in tempo utile per il tesseramento - la Juve decise verso il 12-13 settembre di rinunciare all’operazione. L’avvocato di Suarez disse al dirigente juventino che il giocatore avrebbe comunque sostenuto l’esame. Proprio il tempo fra la decisione della Juve e lo svolgimento dell’esame è uno dei punti su cui indagano i magistrati per la possibilità che il club abbia saputo dell’inchiesta in corso.