"Potrei raccontarne molti, ma quello più vivo è la responsabilità forte che sentiva come capitano della squadra. Era molto serio, forse fin troppo. In squadra eravamo in diversi ad avere un carattere estroverso, mentre Mirko rimaneva sempre controllato. Ricordo anche quando andava a discutere con la dirigenza i premi per le vittorie e usciva sempre con quello che era il suo obiettivo. Ma soprattutto lo ricordo nel momento più buio di quello splendido anno che fu quello dello scudetto. Senza volerlo fu protagonista in quella vicenda legata al doping. Lui era sereno, sapeva che nessuno era colpevole. Pur non potendolo provare, rassicurava tutti, dalla squadra alla stampa, aveva la certezza che la verità sarebbe uscita. Anche quando non aveva novità infondeva positività e questo ha aiutato tutti a vivere quelle settimane senza perdere la testa".
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