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Ferguson e quel rendimento dopo Qatar: meno incisivo in zona goal

Ferguson e quel rendimento dopo Qatar: meno incisivo in zona goal - immagine 1
Di Gabriel Nesticò

Redazione TuttoBolognaWeb

Lewis Ferguson è ormai un imprescindibile nel Bologna di Thiago Motta. Centrocampista granitico di stampo anglosassone, è arrivato sotto le due torri quest'estate, proveniente dal freddo di Aberdeen, città della sua Scozia. Club che fra le altre cose ha visto sedersi nella sua panchina un altro illustre Ferguson, sir Alex.

Fra lo scozzese e il Bologna è scoccato l'amore. Da quel goal di testa contro il Lecce fino a tutte quelle prestazioni che hanno garantito muscoli, inserimenti e intensità in mezzo al campo. Impiegato come trequartista nel 4-2-3-1, Ferguson fende il campo in maniera verticale, agendo da attaccante ombra, fino ad arrivare sulla linea del centravanti di ruolo. Una sorta di seconda punta, potremmo dire. Thiago lo lascia avanzare così tanto per sfruttare i suoi centimetri e la sua capacità di vincere i duelli aerei e creare seconde palle utili per i propri compagni. Questo ruolo sembrava adatto alle sue caratteristiche: dalla partita contro il Lecce fino a quella del Sassuolo Lewis sigla tre reti in cinque gare. Il derby con i neroverdi sarà l'ultima partita prima del mondiale qatariota, e da lì l'apporto di Ferguson in zona goal non ha ricevuto più contributi sul tabellino.

Una parabola discendente piuttosto chiara. Un rendimento tutto sommato costante nelle prestazioni offerte in campo, a livello di sostanza e quantità. Anche perché altrimenti Thiago non ne avrebbe fatto un irrinunciabile in questa squadra. Tuttavia, complice probabilmente la bravura dei difensori che ne hanno studiato movimenti e capacità, per Lewis Ferguson il goal manca ormai da quattro mesi. Contro la Lazio potrebbe essere l'occasione giusta per ritrovare la marcatura: per sé stesso e per il futuro del Bologna che sogna l'Europa.

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