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Covid 19 – In Emilia-Romagna le proteste di rider, operai e magazzinieri

Obbligati a presentarsi a lavoro, protestano per alcune aziende inadeguate a rispettare le condizioni di sicurezza

Redazione TuttoBolognaWeb

Si accendono le proteste nei luoghi di lavoro non toccati dal provvedimento Conte contro il Coronavirus. Dopo gli scioperi iniziati martedì nei magazzini, oggi in molte aziende gli animi sono stati tesi. Secondo il segretario della Fiom regionale, Samuele Lodi in alcune aziende le condizioni minime di sicurezza sono difficilmente applicabili.

Alcune fabbriche del territorio, come Lamborghini e Toyota (ex Cesab) hanno chiuso in maniera preventiva. Mentre in Ducati si sta lavorando per riorganizzare i turni  in modo da permettere alle persone di mantenere le distanze di sicurezza.

Anche i rider delle piattaforme online protestano e invitano i consumatori a non effettuare ordini. Riders Union Bologna, il movimento che rappresenta questi tipi di lavoratori fa sapere che: "La situazione è molto grave. Se distribuire cibo a casa è diventato indispensabile, dovrebbe pensarci lo Stato o gli organi preposti. Noi ci fermiamo".

Anche nel settore bancario si sono accese le prime proteste, con i lavori di Unicredit che sarebbero, secondo la Cgil, costretti a macinare chilometri su chilometri. Alla protesta si sono accodati anche gli impiegati delle poste, con i sindacati che denunciano "gravi ritardi" nell'applicazione delle misure di sicurezza promesse.

Fonte: Repubblica Bologna Online.