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Chiesti sei mesi per Conte, accusato di frode sportiva per Albinoleffe-Siena

Le richieste del pm su Antonio Conte, accusato di non aver denunciato la combine messa in atto dai suoi giocatori per il match del 2011 tra Albinoleffe e Siena.

Redazione TuttoBolognaWeb

Antonio Conte ha da poco annunciato il suo addio alla nazionale dopo gli europei e il suo conseguente approdo in Premier League alla guida del Chelsea di Abramovich. Il tecnico ex Juve si trova però in queste settimane nel bel mezzo dell'inchiesta della procura di Cremona 'Last Bet' per cui era già stato deferito e aveva dovuto scontare quattro mesi di squalifica nel 2012 quando sedeva sulla panchina bianconera.

Ieri si è svolta la settima udienza preliminare in cui il pm Di Martino ha formulato le sue richieste: una condanna a sei mesi di reclusione e 8mila euro di multa, con la sospensione della pena. L'accusa è di frode sportiva e la partita sotto esame è Albinoleffe-Siena del 29 maggio 2011 in cui, secondo l'accusa, alcuni giocatori delle due squadre si sono accordati per manipolare il risultato e Conte, pur sapendo della combine, non è intervenuto. Il Siena aveva già ottenuto la promozione matematica, mentre all'Albinoleffe servivano punti per raggiungere i playoff. Le accuse si basano sulla testimonianza di Filippo Carobbio, il grande 'pentito', che all'epoca dei fatti militava nelle file della squadra toscana guidata da Conte. Secondo Di Martino, alcuni giocatori del Siena tra cui proprio Carobbio e l'ex Bologna Terzi, presero accordi con Bombardini dell'Albinoleffe per lasciare la vittoria ai bergamaschi. Conte non ha una responsabilità diretta nella manipolazione della gara ma è accusato di non aver denunciato il fatto, lasciando che i suoi giocatori combinassero la partita pur essendo a conoscenza di tutto. Il pm ha formulato tre diverse ipotesi riguardo l'accaduto. In primis ritiene che Conte debba essere per forza a conoscenza dei fatti, dal suo punto di vista è impossibile che il collaboratore tecnico Cristian Stellini abbia agito da solo spingendo i giocatori ad accordarsi. La seconda ipotesi è la più quotata: Conte, durante una riunione tecnica svolta pochi giorni prima della partita, avrebbe dato il suo assenso alla combine. Infine secondo l'ultima opzione, l'allenatore si sarebbe defilato dalla questione, omettendo ogni intervento, in questo caso sarebbe colpevole di non aver sorvegliato la condotta morale e sportiva dei suoi calciatori.

I legali di Conte parleranno l'11 aprile quando sarà il turno della difesa, l'allenatore azzurro resta quindi ancora al centro della vicenda, a poche settimane dall'inizio dell'Europeo.