"Per un po' dovremo mettere la voglia di normalità nel cassetto. Non mi sarei mai immaginato un Bologna-Juve a porte chiuse, ma fino a un mese fa in Italia si parlava solo di Sanremo. La verità è che sono stati commessi degli sbagli da chi ci governa: tutte queste misure di sicurezza dovevano esser prese un mese fa. Si dovevano limitare i contatti e soprattutto controllare chiunque venisse dalla Cina, ma correvi il rischio di passare per un razzista. Ora invece le cose si sono capovolte: noi che abbiamo sempre accolto tutti, adesso siamo messi in quarantena. Lo sport però deve andare avanti, ovviamente a porte chiuse. La salute dei cittadini viene prima di tutto: per garantirla serve chiudere gli stadi agli spettatori, così da permettere il regolare svolgimento dei campionati. Io avrei iniziato prima, anche se non è bello. Precedenti? A me è successo più di una volta ad Ascoli, al mio ultimo anno di carriera: è strano, ma poi ti abitui. Se un giocatore viene contagiato? E' un bel casino: o fermi tutto per due settimane oppure mandi tutti in vacanza fino a giugno. Viviamo alla giornata, ma temo che sia tardi per arginare il contagio".
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