Finisce l’epoca dei leader nati dal basso. Con l’addio di Mimmo Maietta a livello tattico non cambia nulla, perché comunque è arrivato Romagnoli, ma tramonta l’era dei comandanti silenziosi, riconosciuti da tutti, curva, società e spogliatoio. Maietta, con 96 presenze ufficiali in rossoblù, era divenuto una bandiera e un uomo di riferimento per lo spogliatoio, non solo per l’anzianità (anche di militanza). Un leader rimasto tale nonostante i pericolosi cambi di dirigenza e categoria, nonostante avesse soltanto 25 presenze in Serie A quando indossò per la prima volta la maglia rossoblù. Ad un passo dalla scadenza contrattuale, Maietta ha ripercorso lo stesso tragitto di Gastaldello: discesa in B e allungamento del contratto. Ma sbaglia chi pensa che a questo Bologna non sia servito: con lui in campo, il Bologna ha perso solo la gara d’andata col Napoli. A giocare adesso sarà la coppia Gonzalez-Helander, con De Maio e Romagnoli pronti a subentrare. Ma un leader vero non c’è più.
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Arrivederci a Maietta, leader silenzioso
Il difensore si accasa ad Empoli. Mancherà soprattutto allo spogliatoio
da Repubblica - Bologna
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