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Mercato in ritardo, Sartori si faccia sentire

Redazione TuttoBolognaWeb

Speriamo che Sartori, non faccia la fine di Corvino e Sabatini, altri due guru del calciomercato ma epurati in meno di un amen, mentre l’aziendalista Bigon, è rimasto in sella 6 anni. Sartori, aldilà di come andrà questo finale di mercato, ci dica che cosa succede. Se parliamo di un anno di transizione perché lei è appena arrivato e Sinisa il prossimo 30 giugno va in scadenza, allora che lo si dica apertamente, senza parlare di migliorare i 46 punti della scorsa stagione. Il fatto che molte trattative siano andate in porto con la formula del prestito secco o al massimo con diritto di riscatto, può confermare la mia tesi. Anche perché non si spiega un braccino così corto da parte della società, dopo aver incassato circa 55 milioni di euro dalle cessioni, ed averne investiti poco più di un terzo, senza poi contare gli ulteriori 50 milioni incassati tra sponsor, diritti televisivi, abbonamenti e gli incassi ai botteghini. Ogni anno si fanno sempre cento nomi poi ne arrivano 7-8 come giusto che sia. Con Bigon si arrivava già a bolla, un paio di settimane prima della chiusura del mercato. Quest’anno, si arriva alla quarta giornata di campionato con il mercato ancora aperto (chiude l’1 settembre), il Bologna rispetto agli avversari del suo livello, doveva con Giovanni Sartori, provare almeno ad avvantaggiarsi con una rosa già ultimata o al massimo, da completare a fine mercato con la ciliegina sulla torta. Ci siamo trovati invece con Ferguson squalificato per due giornate, Lucumì acquistato ma non pronto per essere convocato. Se a questo ci aggiungiamo che Mihajlovic ha tenuto in panca a Roma, Orsolini e Barrow, i due giocatori più pagati da Saputo, l’involuzione del centrocampo, troppo lento e macchinoso, e il mancato innesto fino a questo momento di 2-3 elementi titolari o quasi, ecco spiegarsi il punto conquistato nelle prime 2 giornate che, con una rosa più competitiva, sarebbero potuti essere 3 o 4. Attendiamo fiduciosi da qui al primo settembre ma Sartori, si faccia sentire, perché così non va. Se transizione sarà, bene così ma se c’è dell’altro, che lo si dica. Nel bene e nel male, Sartori ha sempre cercato di agire in autonomia, cosa che qui con Corvino e Sabatini non si è potuto fare. Chi vuol capire, capisca.