lo spunto

Il Bologna dei giovani c’è, ma che succede a Skov Olsen?

Manuel Minguzzi

La sensazione è che il talento ex Nordsjelland abbia patito la durezza del calcio italiano, sia sotto il profilo tattico ma soprattutto sotto l'aspetto mentale. Incontrare 'vecchi volponi' come Criscito o Nuytinck non è facile perché sono giocatori che percepiscono chi hanno di fronte, e in questo caso c'è uno straniero non ancora in sintonia con ciò che lo circonda. Non c'è pietà in Italia per chi non è ancora pronto, a maggior ragione contro formazioni che si giocano la sopravvivenza in Serie A. Si percepisce a distanza lo spaesamento di SkovOlsen in certe circostanze, quasi come fosse un estraneo catapultato in un'altra realtà. Non c'è nulla di male, si tratta solo di avere pazienza. Chiaramente, concedere tempo non è sufficiente se non sarà il ragazzo per primo a darsi una mano da solo, ma vale la pena aspettare. Resta dunque il talento e la giovanissima età, fattori che lasciano intravedere grandi speranze (e a cui lo stesso Sabatini crede), con tutta una luminosa carriera davanti. In fin dei conti, il suo compagno di ruolo titolare, ovvero Orsolini, ha impiegato circa due anni per emergere definitivamente in Serie A dopo l'esplosione ad Ascoli in cadetteria. E non c'è motivo per non pensare che anche Skov Olsen possa seguire lo stesso percorso, pur partendo da lati caratteriali diversi. E per chi come me crede molto nelle sue capacità non resta altro che fornire supporto e fiducia al ragazzo. Arriverà il suo momento, arriverà il momento in cui anche lui sarà acclamato e applaudito per grandi gol. Tempo al tempo.

Potresti esserti perso