lo spunto

Arbitri, regolamenti e Nicchi: i dubbi restano (con un caso particolare…)

Manuel Minguzzi

C'è tuttavia un dato che emerge dagli episodi visti in questa prima porzione di stagione. Ad un occhio generale sono stati sanzionati falli da rigore derivanti da situazioni decisamente più controverse, per la difesa, rispetto a quella di De Ligt. Episodi in cui sembrano più casuali gli interventi di braccio del giocatore sanzionato pur in assenza di una giocata volontaria del difendente. Il primo che mi viene in mente è Castrovilli-Zielinski.

In questo caso il giocatore del Napoli ha il possesso del pallone, assume una posizione del corpo a protezione del possesso e da dietro Castrovilli, da venti centimetri, gli calcia il pallone addosso. Si tratta di una situazione spalle alla porta, ad occhio potenzialmente non pericolosa, eppure è stato concesso il calcio di rigore per il braccio largo di Zielinski. Il tocco di mano appare anche qui del tutto casuale pur non in presenza di una giocata volontaria del polacco. Ma quella posizione giudicata innaturale lo sarebbe in teoria per tutti quelli che in possesso della palla cercano di proteggerla. E' un caso diverso rispetto a De Ligt, ma l'incidenza del tocco di braccio di Zielinski è decisamente inferiore rispetto a quella dell'olandese che di fatto toglie un gol a Palacio in posizione di tiro.

Quello che viene da chiedersi è quale sia dunque la filosofia a monte della scrittura del regolamento e quale sia la filosofia a monte delle linee guida. Secondo gli esperti, per farla in breve, se De Ligt avesse compiuto lo stesso intervento di sabato sera sulla linea di porta, evitando un gol, non sarebbe stato egualmente punibile, mentre un episodio come quello sopra citato è un penalty netto. In sintesi, la sensazione è che vengano punite situazioni più casuali e meno pericolose, vedi anche il rigore di Immobile contro l'Atalanta, rispetto a episodi che, seppur regolari da linee guida, rischiano di penalizzare oltremodo l'attaccante, il quale si vede negata una opportunità di gol chiara e lampante o addirittura un gol stesso. Il tutto semplicemente perché un intervento scomposto di un difensore, ma volontario e intenzionale, diventa regolare pur a fronte di una svirgolata tecnica. E un errore tecnico di un difensore in area a due passi dalla porta appare più dirimente e incisivo di una protezione del pallone. Non sono un massimo esperto di arbitri e regole, ma le sfaccettature regolamentari appaiono tutto tranne che chiare e inequivocabili e probabilmente bisognerebbe fare in modo di essere più rigidi sulle situazioni che agevolano i difensori a discapito di una chiara occasione da gol.

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