lo spunto

Il diritto di cambiare, ma non con le dimissioni

Il Bologna ha il diritto di scegliere, ma non può chiedere ad un comandante di abbandonare la nave. Per tre anni il club è umanamente al fianco del mister e proprio per questo deve trattarlo con rispetto

Manuel Minguzzi

Il diritto di cambiare, ma non con le dimissioni- immagine 1

Scrivere di un possibile esonero di un allenatore malato è compito difficile, per comprensione della situazione, per delicatezza, per rispetto o, semplicemente, per affetto. Ma l'avvio del Bologna porta a farlo.

Cercando di mantenere un difficile equilibrio tra ciò che si scrive e ciò che rischia di essere frainteso, diventa necessario capire perché una società di calcio abbia il diritto di decidere e perché la critica non dovrebbe accanirsi oltremodo su una eventuale decisione di esonero. Il mondo del calcio ha regole e consuetudini che sono diverse da ogni altro impiego, perché fanno capo ad un concetto di risultato decisamente più rilevante e discriminante rispetto ad un lavoro comune. Gli allenatori di calcio, infatti, lo sanno, per primo Sinisa che spesso parla di 'allenatori esonerati e allenatori che lo diventeranno'. I risultati di queste prime cinque partite disegnano una difficoltà che si trascina da tempo - considerando che in tutto il 2022 il Bologna ha vinto solo un quinto delle partite - e che non sembra di facile soluzione considerando lo smarrimento dei giocatori in campo. In sintesi, oggi è a rischio pure la permanenza della categoria e ogni valutazione è non solo lecita ma anche necessaria per il bene del club.