All’intervallo, ci si aspetta almeno il cambio di Skov Olsen per un Orsolini sicuramente più dinamico, dentro al match; Mihajlovic invece decide di iniziare il secondo tempo così com’era iniziato il primo. La seconda frazione riprende con il Toro che continua a fare la sua partita ed il Bologna che prova a riorganizzarsi ma che di fatto, concede troppo campo agli avversari, proprio come contro la Fiorentina. Dai e ridai, il Torino a metà ripresa trova il doppio vantaggio grazie a Soumaoro che finalmente trova il modo di realizzare la sua rete personale, grazie ad un’autorete di pregevole fattura dove il portiere polacco da terra, può solo smorzare con il piede ed infilare la porta per una delle autoreti più beffarde della storia rossoblu e non solo. I cambi un po’ tardivi di mister Mihajlovic, certificano la poca propensione a leggere velocemente fra le pieghe del match o se preferite, la cocciutaggine di insistere su quegli interpreti che sceglie alla vigilia. Si è tentato di cambiare modulo in corso d’opera piuttosto che cambiare almeno ad inizio ripresa, 2-3 giocatori visibilmente fuori ruolo e troppo timidi contro un avversario che probabilmente aveva più fame del Bologna. Ognuno correva non di squadra; lo stesso Barrow, correva da solo e non per la squadra; Arnautovic quasi sempre spalle alla porta, provava a spizzare il pallone ma non trovava mai nessuno perché Barrow e Skov Olsen, per loro caratteristiche, prediligono giocare esterni e non dentro al campo.
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