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Showtime Bologna vola a 12 punti: ecco gli eroi della rimonta

Seconda vittoria consecutiva per il Bologna di Donadoni che sbanca il Bentegodi con due gol nello scontro diretto con l’Hellas di Morandini. Tante le menzioni d’onore agli eroici protagonisti della sofferta rimonta verso la salvezza.

Manuel Minguzzi

Possiamo dirlo: l’arrivo di Donadoni è stato salvifico. Due vittorie, sei punti fatti con cinque gol messi a segno e zero subiti. Dodici punti, una classifica che finalmente è più decorosa rispetto a qualche settimana fa. E c’era qualcuno che già all’intervallo contro l’Atalanta irrideva il neo mister…

Il primo eroe per caso della rimonta rossoblù porta il nome di Adam Masina. Autore del gol del decisivo a Modena, se non fosse stato per l’assist del terzino, Mattia Destro non avrebbe segnato il gol del 2-0 contro l’Atalanta. Non solo, anche ieri al Bentegodi è stato sempre Masina a crossare nell’area piccola trovando Giaccherini pronto per il gol che ha sorpreso Rafael e portato il Bologna in vantaggio. C’è il suo zampino anche nel raddoppio di Donsah, perché la spinta di Masina sta diventando un’arma fondamentale per l’economia del Bfc. Eredità delle giovanili del Bologna, il club lo riprese dopo una esperienza alla Giacomense, Adam sembra aver trovato la sua dimensione in Serie A dopo un avvio di stagione difficile. Presente e attento in diverse circostanze che potevano mettere in difficoltà i compagni, il ragazzo della ‘bassa’ si è meritato la presenza da titolare nelle varie formazioni schierate da Lopez, Rossi e Donadoni, mettendo in luce quelle tipiche qualità che si attribuiscono ad un ventenne in piena crescita: umiltà, voglia di mettersi in gioco e spirito di squadra. Qualità non comuni, che lo faranno diventare un grande, un difensore che sicuramente farà strada nella Categoria e che senza dubbio si è fatto voler bene dalla tifoseria (ieri in 1.500 a sostenere i ragazzi) come dallo spogliatoio.

Il talento di un giocatore può diventare un valore aggiunto se si verificano almeno due condizioni: un allenatore capace di valorizzare il suo ruolo e una squadra coesa e competitiva che sa come sfruttare il suo gioco. Vale per Masina come per Destro, Giaccherini, Brienza o qualsiasi altro. Con l’arrivo di Donadoni alla guida del Bologna e la nuova configurazione data dall’ex-Parma all’assetto tattico e strategico del BFC, Masina e compagni hanno trovato lo swing propedeutico ad alzare il ritmo e l’efficacia delle giocate in campo. Il Bologna ora è una squadra che gioca a calcio, che inizia ad acquisire una propria identità. Gli interpreti sono quasi sempre gli stessi, quel che è cambiato è l’atteggiamento dei giocatori e alcuni correttivi che il neo tecnico ha apportato, limitando le lacune che il Bologna aveva messo in mostra nelle prime partite della stagione.

Se al Bologna si rimproverava la mancanza di un’identità corale, il motto “l’unione fa la forza” diventa ancor più credibile grazie all’apporto delle singole personalità: il ritorno di Giaccherini è decisivo per le sorti della squadra, giocatore di una categoria superiore e che non solo si è issato a punto di riferimento, ma ha anche portato in dote punti importanti a suon di gol decisivi; Destro si è sbloccato, ha ritrovato fiducia in se stesso e dimostra che Corvino aveva fatto bene i suoi calcoli, bisognava solo avere pazienza e cambiare guida tecnica per vedere il bomber al suo meglio. L’attaccante ascolano, ancora una volta considerato uomo-partita Sky per la prestazione di ieri contro l’Hellas, sta vivendo un vero e proprio risveglio, determinando nei fatti l’esito della partita anche quando non è lui a mettere la palla in rete. Mattia è tornato a divertirsi e speriamo che l’atteggiamento visto in queste due partite sia solo il preambolo di una lunga serie di soddisfazioni da condividere in un clima sereno e disteso insieme ai compagni.

Sempre in tema di showtime, altro eroe a cui va una speciale menzione d’onore è Domenico Maietta: Donadoni lo ha inserito al fianco di Gastaldello, compattando la difesa con due difensori di esperienza a rinforzare il muro. Mimmo ha giocato da gladiatore davanti ai suoi ex tifosi, commuovendosi per l’ovazione finale che lo ha salutato rendendogli l’onore delle armi. Non solo Maietta, la scelta di inserire Rossettini a destra ha consentito al Bologna di non subire sugli esterni, permettendo a Masina di spingere dalla parte opposta. Poi la mediana, perché poco importa dei commenti di Caressa se poi Diawara e Donsah giocano con la maturità dei veterani. Bravissimo anche qui Donadoni a capire che il materiale e la struttura per inserire un uomo di qualità come Brienza c’era. Il Bologna così ha guadagnato tecnica non perdendo quantità, una bella idea che testimonia come per risollevare la squadra ci fosse bisogno di qualcosa di nuovo.

L’impressione è che Donadoni, nella fase di allerta, abbia studiato bene il Bologna, capendo dove e come intervenire nel caso fosse stato chiamato in causa. È subentrato stuzzicando sul piano mentale la squadra, fornendole quella fiducia che aveva perso. Prima di tutto, prima della tattica o di altro, serviva una scossa mentale, ritrovare la convinzione di una rosa caduta in disgrazia e preda dei soliti irrisolti problemi. Il cambio di allenatore, inoltre, ha responsabilizzato la squadra (come ha ammesso Rizzo nel post-partita), privandola di qualsiasi tipo di alibi. Ovvio, non possiamo pensare che da qui in poi il Bologna le vincerà tutte, ritorneranno momenti difficili e arriveranno nuove sconfitte, ma la sensazione è che ora la squadra sia nelle mani di un allenatore capace e che ha capito quale strada perseguire per raggiungere l’obiettivo finale. Questo aiuterà a gestire le difficoltà che il cammino porrà davanti. Con Donadoni, la salvezza non è più un miraggio. È quello che volevamo: credere di nuovo nel Bologna.