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Taider: “Motivato per questa nuova avventura, quella volta a Firenze con Corvino…”

Ritorna dopo due stagioni a Bologna lo zaffiro Saphir Taider, una fiammata arrivata sul finire del mercato quando Pantaleo Corvino ha deciso di affidare all’algerino i rinforzi di una mediana giovane e inesperta. Ci ha riflettuto bene il...

Manuel Minguzzi

Ritorna dopo due stagioni a Bologna lo zaffiro Saphir Taider, una fiammata arrivata sul finire del mercato quando Pantaleo Corvino ha deciso di affidare all'algerino i rinforzi di una mediana giovane e inesperta. Ci ha riflettuto bene il mediano, ma alla fine ha scelto di vestirsi nuovamente di rossoblù. A 23 anni Taider ritorna nella squadra che lo ha lanciato, nella città che lo ha accolto da semisconosciuto lasciandolo da punto inamovibile della squadra. Uno degli incedibili poi lasciati partire dalla vecchia proprietà. Ha esperienza da vendere Taider, essendo transitato da Bologna, Inter e Sassuolo, ma la sua età è ancora relativamente giovane: 23 anni. Si è preso la mitica numero otto di Bulgarelli, una responsabilità in più che Taider ha voluto, con autorità, assumersi. Ecco le sue parole da 'nuovo' giocatore rossoblù.

Cosa significa tornare nella squadra che l'ha lanciata nel grande calcio?

"Ero un ragazzino quando sono arrivato qua, ho fatto due belle stagioni, ho fatto anche un Mondiale e una Coppa d'Africa, all'Inter sono maturato. Sono contento, conosco bene l'ambiente".

La trattativa si è allungata, come mai?

"Perché il mercato è aperto, avevo altre opportunità e dovevo riflettere bene. Parlando con la mia famiglia ho capito che la scelta migliore era tornare qui, sono molto motivato per fare bene".

Voleva convincere Mancini all'Inter?

"Non è vero, l'anno scorso ho fatto una buona stagione ma nella vita ci sono delle decisioni da prendere. La mia è stata quella di tornare".

Ha scelto il numero 8, quello di Bulgarelli...

"Mi è sempre piaciuto questo numero, ce l'ho anche in Nazionale so che l'ha avuto in passato un grande calciatore del Bologna. Non voglio paragonarmi a lui, l'importante è onorare la maglia come ho sempre fatto".

La possiamo considerare un giovane-esperto di questa squadra? Sente delle responsabilità in più?

"Mi piace questo ruolo, quando sono arrivato ho avuto la fortuna di avere giocatori come Perez e Di Vaio che mi hanno insegnato tanto, proverò a fare lo stesso ora con i più giovani. L'importante è essere motivati".

Cosa non è andato all'Inter?

"Il primo anno ho quasi sempre giocato, poi ho scelto di andare via in prestito per avere maggiore continuità. Non credo sia una brutta cosa andare via dall'Inter, conosco le mie potenzialità e sono qui per fare bene e magari più avanti ritrovare un grande club. Ora penso al presente".

Chi la scoprì? Corvino dice che la ricevette a sedici anni a casa sua…

"E' vero, giocavo in Serie B in Francia e mi chiamò Corvino perché voleva portarmi alla Fiorentina. Prendemmo un caffè insieme ma poi decisi di venire a Bologna per trovare più spazio. Ora lo ritrovo con piacere".

Dal punto di vista fisico come sta?

"Fisicamente sto bene ma non sono al 100%, ho fatto tutta la preparazione con l'Inter e ho giocato qualche amichevole".

Il Taider uomo è cambiato? La metropoli avrà inciso.

"Ovviamente la vita cambia, ho sempre fatto questo lavoro perché mi piace il calcio. Mi sono sposato, vivo con mia moglie e ora posso dire di essere maturato molto. Non sono più un ragazzino".

Ha giocato spesso in coppia con Perez, ora con quale modulo si trova meglio?

"Dipende dalle situazioni e dalle scelte del mister, i giocatori si devono adattare sempre. C'è una maglia da difendere, non ho preferenze particolari, l'unica cosa che conta è dare tutto per la maglia".

Che effetto le fa vedere Di Vaio dirigente?

"E' strano, appena ho firmato mi ha chiamato per farmi i complimenti. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui, mi ha insegnato tanto da calciatore e può fare altrettanto da dirigente".

Il rapporto con Pioli?

"Sempre ottimo, mi ha lanciato nel grande calcio, mi ha dato fiducia e ora sta dimostrando il suo valore a Roma".

Come le sembra questo nuovo Bologna targato Saputo?

"Non è lo stesso Bologna che ho lasciato, questo ha influito sulla mia scelta perché c'è un progetto chiaro ed importante. Questo è un grande club".