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Saputo: “Ecco il mio piano per il Bologna”

Lunga intervista sulle pagine del Carlino per il chairman del Bologna Joey Saputo, da Tacopina al mercato, dallo stadio ai debiti, dal presente al futuro, l’azionista di maggioranza rossoblù ha affrontato tutti i temi più...

Manuel Minguzzi

Lunga intervista sulle pagine del Carlino per il chairman del Bologna Joey Saputo, da Tacopina al mercato, dallo stadio ai debiti, dal presente al futuro, l'azionista di maggioranza rossoblù ha affrontato tutti i temi più delicati illustrando quelli che sono i progetti del piano di rilancio della nuova proprietà canadese. Si parte dai rapporti, non proprio idilliaci, con Tacopina: "Io e Joe abbiamo due filosofie differenti di come si deve gestire un club, io quando devo fare una dichiarazione mi confronto sempre con chi dirige l'azienda per evitare di fare danni. Puntiamo alla stabilità, in attesa di arrivare a certi livelli vogliamo essere percepiti come un grande club nei comportamenti. Io e Tacopina o condividiamo gli stessi valori oppure si rompe, non so come andrà a finire". Si passa poi alla ricapitalizzazione del club, anche in questo caso si tratta di un processo graduale: "Siamo solo all'inizio del processo di risanamento, la situazione non era buona e ci vorranno circa tre stagioni per completare l'opera. Abbiamo un fatturato di 43 milioni che non ci autorizza a fare il passo più lungo della gamba. Bisogna crescere con calma". Capitolo mercato, mentre Saputo ha portato a Montreal Drogba, per il Bologna le strategie sono diverse, proprio perché non è possibile, al momento, fare follie: "Drogba a Montreal l'ho preso dopo vent'anni, magari a Bologna ci metto di meno. Un giocatore deve essere bravo con i piedi ma deve entrare nella filosofia del club come seppe fare Marco Di Vaio a Montreal". Gli viene chiesto, immancabilmente, di Balotelli, ma il chairman delega a Corvino e Fenucci tutta la parte tecnica: "Se la testa e le motivazioni di Balotelli, unitamente al prezzo, sono buone, perché no. Però non lo conosco e non posso rispondere, su questo ho delegato tutto a Fenucci e Corvino, con Drogba, prima di prenderlo, ho avuto un lungo colloquio privato". Per quanto riguarda il calcio mercato in generale, con un Bologna in ritardo, Saputo non si scompone: "Sapevamo che sarebbe stato difficile accontentare i tifosi, abbiamo tanti giocatori da piazzare e tanti da comprare. Arriveranno giocatori giovani e di prospettiva. Ho parlato con i dirigenti, ho capito che non c'è da preoccuparsi. Io poi non sono un proprietario che mette becco nelle vicende tecniche". Un altro tema molto delicato è lo stadio, in attesa di capire quale strategia adottare (ristrutturazione totale del Dall'Ara o impianto nuovo) Saputo ha deciso di migliorare le condizioni dell'attuale struttura di Via Andrea Costa: "Vogliamo rendere lo stadio più accogliente e comodo per chi va a vedere la partita. In Italia la Juve è avanti anni luce rispetto agli altri su questo tema". La domanda è legittima: ristrutturazione o impianto totalmente nuovo in un'altra zona? "Ancora non lo sappiamo, se dovessimo renderci conto che rimodernare il Dall'Ara diventa complicato per via dei vincoli architettonici penseremo ad altro. Vogliamo uno stadio moderno, il Dall'Ara può diventarlo anche se è una struttura protetta dai Beni Culturali". Infine, le prospettive sul piano sportivo, in questo caso Saputo è chiaro: "Vogliamo portare avanti una crescita graduale per almeno dieci anni, non vorrei che la gente pensasse all'Europa nel giro di tre anni. Alla fine del percorso il Bologna può essere alla pari con le grandi d'Italia e in grado di lottare per l'Europa League, la Champions o lo Scudetto".