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Quello che resta alla fine del sogno

Sbollita la rabbia per l’errore finale, allentata la tensione postpartita che faceva montare la delusione fino alle lacrime per una qualificazione buttata via, lasciando alle chiacchiere della giornata che inizia tutte le critiche a...

Redazione TuttoBolognaWeb

Sbollita la rabbia per l'errore finale, allentata la tensione postpartita che faceva montare la delusione fino alle lacrime per una qualificazione buttata via, lasciando alle chiacchiere della giornata che inizia tutte le critiche a giocatori e società...cosa resta di ieri sera? Resta la gratitudine per un tecnico che ha avuto comunque il coraggio di andare ad affrontare l'Inter senza trappole difensive e schierando dal primo minuto i suoi uomini migliori. Resta l'orgoglio di aver sentito nel silenzio della notte nevosa di San Siro soltanto i cori dei tifosi rossoblu (ignorati dalla telecamere) che sono andati a Milano per giocare la loro partita insieme alla squadra e che più di tutti meritavano di vincerla. Resta la voglia di vedere sempre il Bologna giocare con determinazione e grinta su ogni pallone non solo contro l'Inter per giocarsi l'accesso alla semifinale di Coppa Italia ma anche contro un Siena o un Pescara per non lasciare indietro preziosi punti salvezza. Resta la testa alta che oggi porteremo in giro per la città anche davanti a colleghi e amici nerazzurri ben consapevoli di aver regalato a tutta Italia un magnifico spettacolo di calcio. Restano la gola infiammata e la voce resa rauca dall'urlo inumano ai gol di Diamanti e Gabbiadini che hanno fatto rivivere il sogno di rimonte come quella riuscita a Napoli in campionato. Ma forse la cosa che resta davvero di ieri sera e che nessun gol all'ultimo minuto di supplementare potrà mai cancellare è un'altra: sentire la partita scivolare via al raddoppio dell'Inter e poi improvvisamente vedere un raggio di luce toccare la traversa per infilarsi in rete e far ripartire il tuo cuore per sentirlo quindi esplodere al tocco vincente di Gabbiadini. Questa è l'essenza del calcio, quello che ci fa amare alla follia uno sport che qualcuno definirebbe come un insieme di ragazzi in pantaloncini e maglietta che corrono dietro a un pallone. In quei dieci folli minuti non contavano più niente le tattiche, il mercato, i centri tecnici, le delusioni o le amarezze della giornata trascorsa: il mondo per tutti noi tifosi del Bologna era racchiuso in poco più di 7000 metri quadrati di prato verde. Ieri notte i rossoblu non avranno scritto la storia, ma ci hanno comunque regalato una splendida emozione.