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Milan-Bologna: Gilardino contro il passato

Per Alberto Gilardino la sfida al Milan non può essere una partita come tutte le altre. La sua carriera infatti ha avuto nei tre anni rossoneri uno snodo fondamentale sia in positivo che in negativo. Nell’estate del 2005 infatti il...

Redazione TuttoBolognaWeb

Per Alberto Gilardino la sfida al Milan non può essere una partita come tutte le altre. La sua carriera infatti ha avuto nei tre anni rossoneri uno snodo fondamentale sia in positivo che in negativo. Nell'estate del 2005 infatti il club rossonero decise di investire 15 milioni di euro su quel giovane attaccante che nelle precedenti due stagioni a Parma aveva messo a segno ben 51 reti su 88 presenze, l'ultima delle quale purtroppo spedì in Serie B proprio il Bologna. L'attaccante biellese a Milano venne subito investito di responsabilità pesanti dovendo dimostrare di essere in grado di ripetere le stesse prestazioni anche in una piazza più importante al cospetto di mostri sacri come Shevchenko e Inzaghi. La prima stagione si concluse con 19 reti ma soprattutto con la convocazione da parte di Marcello Lippi per la spedizione tedesca che si concluse con la storica vittoria del Mondiale. Già durante quella trionfale avventura però iniziarono le prime critiche alle prestazioni di Gilardino che si acuirono nella stagione successiva in rossonero conclusa comunque con altre 16 reti ma sentendo calare la fiducia della società e del tecnico Ancelotti. Ne fu una prova evidente l'esclusione dalla finale di Champions League giocata e vinta dal Milan contro il Liverpool: evento mai digerito dallo stesso calciatore. Durante l'estate successiva Gilardino meditò a lungo sulla possibilità di lasciare i rossoneri ma alla fine decise di rimettersi in gioco sentendo di poter ancora essere protagonista. Il terzo e ultimo anno però divenne un vero e proprio calvario fatto di tante panchine e pochi gol rendendo inevitabile la separazione tra club e giocatore. Lo stesso attaccante, pur ringraziando il Milan e i tifosi rossoneri per la possibilità di crescita ed i successi ottenuti, ha affermato in seguito di aver vissuto in quei mesi del 2008 il periodo peggiore della sua carriera. Vedendo il proseguimento della carriera di Gilardino viene naturale pensare che i tre anni vissuti alla corte di Berlusconi abbiano forse tarpato le ali ad uno degli attaccanti più implacabili della storia recente del calcio italiano ed europeo influenzandone per sempre la carriera. Nel periodo atleticamente migliore della sua vita infatti il bomber è stato schiacciato da una critica feroce ed esasperata che ha danneggiato non tanto il suo rendimento quanto piuttosto la considerazione degli operatori di mercato. Negli anni a Parma infatti Gilardino aveva un rendimento pari ai migliori attaccanti mondiali come Henry, Ronaldo e Eto'o ma al termine della sua esperienza in rossonero si è trovato a soli 26 anni nelle condizioni di doversi ricostruire una carriera. Purtroppo solo con il suo sbarco a Firenze egli ha potuto dimostrare di essere ancora una vera e propria macchina da gol (44 nei primi due anni in viola) quando ormai il treno delle grandi occasioni era ormai passato. Da grande professionista però egli ha sempre lavorato duramente e con umità superando anche i momenti difficili con il linguaggio universale del gol. Domani pomeriggio Gilardino tornerà a San Siro con indosso la maglia rossoblu che sembra avergli regalato una nuova giovinezza e c'è da scommettere che farà di tutto per gonfiare la rete alle spalle di Abbiati e suonare il suo violino sul prato di San Siro.