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Lazio troppo superiore, ma il Bologna salva l’onore

Lo sapevamo: quello dell’Olimpico non sarebbe stato un esordio facile per il Bologna, che di fronte aveva una delle migliori squadre dello scorso – e di questo – campionato e che arrivava largamente incompleto alla prima di...

Marco Francia

Lo sapevamo: quello dell’Olimpico non sarebbe stato un esordio facile per il Bologna, che di fronte aveva una delle migliori squadre dello scorso – e di questo – campionato e che arrivava largamente incompleto alla prima di campionato. Dopo un inizio shock, in cui i biancocelesti avevano rullato senza pietà un’inerme armata brancaleone, il Bologna ha avuto la forza di reagire e il merito di non darsi per vinto, nonostante i due gol di svantaggio, sfruttando il fisiologico calo di concentrazione di una Lazio con la testa inevitabilmente proiettata a Leverkusen.

ROSSI PANCHINA DESTRO, C’È CRIMI DALL’INIZIO – Poche sorprese nell’11 scelto da Rossi per l’esordio in A, che si affida come sempre al consueto 4-3-1-2, con Ferrari nuovamente impiegato comeesterno destro, il neo arrivato Crimi mezzo sinistro e Mancosu e Acquafresca coppia d’attacco. Manca quindi Mattia Destro, il giocatore più atteso alla vigilia: Rossi non dev’essersela sentita di rischiarlo dopo una settimana emotivamente impegnativa, in cui il nuovo numero 10 non si è di certo allenato al meglio. In campo ci sono 4 debuttanti assoluti (Ferrari, Masina, Crimi e Mancosu) in Serie A, a cui si aggiunge Oikonomou, che nella massima serie vanta appena una presenza. Dall’altra parte, Pioli tiene fede a quanto dichiarato alla vigilia e schiera la miglior Lazio a sua disposizione, fatta eccezione per Felipe Anderson, lasciato a riposo e rimpiazzato dal debuttante Ricardo Kishna.

LA LAZIO È UN RULLO COMPRESSORE, UNO-DUE MICIDIALE BIGLIA-KISHNA – Pronti via e si capisce subito che ci sarà da soffrire. La Lazio entra in campo con la ferma intenzione di sbrigare la pratica-Bologna il prima possibile, per salvare energie fisiche e nervose in vista di mercoledì. Il fortino Bologna regge sì e no 5 minuti, passati i quali la partita si trasforma in un assedio. La Lazio staziona senza tregua nella metà campo avversaria, macina calcio senza interruzione e conquista angoli a ripetizione. Candreva ha un paio di occasioni, prima di testa e poi con un tiro da fuori su cui Mirante si supera, ma al 17’ è Biglia a rompere l’equilibrio del match: discesa di Basta sulla destra, cross basso su cui si avventa Keita, il cui stop sbagliato si trasforma nell’assist perfetto per il regista argentino; un rigore in movimento quello che Biglia – ultimo giocatore a segnare al Bologna in serie A, 15 mesi fa – non può fallire, per l’1-0 interno. L’arroganza di cui Rossi aveva parlato alla vigilia non si vede, anzi: il Bologna della prima mezzora, fin troppo umile e timoroso, è una preda fin troppo facile da azzannare per una squadra scafata come la Lazio, che infatti lascia di nuovo il segno appena sei minuti più tardi: Candreva si beve Ferrari e mette una palla al centro su cui Marios e Rossettini ciccano l’intervento e Brighi non fa in tempo a organizzare una respinta come si deve; la palla arriva sui piedi di Kishna che, a 6 metri dalla porta, spiazza Mirante e mette a segno il suo primo gol in Serie dopo appena 23’ di gioco.

LAMPO-MANCOSU, IL BOLOGNA SI RITROVA IN PARTITA – I presupposti per una débâcle ci sono tutti, gli spettri del 6-0 di due anni e mezzo fa si addensano su un Bologna che invece, passata la burrasca, riesce pianin pianino a uscire dalla propria area di rigore e a prendere finalmente possesso di una partita che la Lazio, con due gol di vantaggio, ritiene già ampiamente chiusa. C’è ancora spazio per un’occasione importante per i biancocelesti, che con Basta esaltano nuovamente i riflessi di Mirante, ma poi, a due minuti dal duplice fischio del signor Rocchi, il Bologna riapre la partita. Una ripartenza fulminea targata Brienza e Mancosu sorprende la retroguardia biancoceleste e l’attaccante sardo, da oggetto misterioso, si trasforma in spietato carnefice, insaccando da appena dentro l’area di rigore con un sinistro che pizzica la traversa e poi fa urlare di gioia i tifosi rossoblù. Come per Kishna, anche per Mancosu si tratta del primo gol in Serie A (e con la maglia della propria squadra).

PULGAR ENTRA CON IL PIGLIO GIUSTO – Un cambio per Rossi all’intervallo: fuori Crimi, in evidente (ma giustificabile) difficoltà, dentro Pulgar, che si aggiunge a Ferrari, Masina e Mancosu nel ballo delle debuttanti. La Lazio non è più quella di inizio partita, gli uomini di Pioli hanno accusato il colpo del gol di Mancosu e, dopo appena 6 minuti, si ritrovano anche privi del loro giocatore migliore: in un contrasto proprio con Pulgar (incolpevole, comunque), Biglia si infortunia ed è costretto a lasciare il posto a Cataldi. Il Bologna c’è: corre, lotta, picchia e, per quanto manchino organizzazione e qualità, riesce a tener testa a una squadra più forte quale è la Lazio e al 55’ spreca un’occasione potenzialmente molto ghiotta a causa di un cattivo controllo di Mancosu. Un minuto più tardi Oikonomou anticipa con un prodigio Lulic, altrimenti solo davanti a Mirante, ma sono poche le occasioni in cui i rossoblù prestano il fianco agli avversari; tanto che Pioli, al 61’, decide di dare più consistenza alla propria mediana, inserendo Milinkovic-Savic per Lulic. Gli effetti sono quelli sperati (nonostante il serbo rischi parecchio, rifilando una gomitata a Rossettini su un contrasto aereo) e la Lazio riprende campo, mettendo di nuovo in apprensione il pacchetto arretrato del Bologna – ancora bravissimo Mirante, che al 72’ respinge una conclusione velenosa di un tarantolato Candreva – e comunque impedendo agli uomini di Rossi di rendersi pericolosi dalle parti di Berisha.

IL DEBUTTO DI DESTRO (E DIAWARA), MA L’OCCASIONE BUONA CE L’HANNO BRIENZA E BRIGHI – Serve qualcosa là davanti, perché Acquafresca ha finito la benzina e Mancosu è troppo abbandonato a sé stesso. Forse un po’ in ritardo (ma sarebbe cambiato poco comunque), Rossi si decide a giocarsi la carta Destro, che al 75’ subentra a capitan Acquafresca per timbrare la sua prima presenza in rossoblù. Un paio di belle giocate (su una delle quali Radu è costretto al fallo da giallo) per Destro e l’impressione che con lui là davanti ci toglieremo delle belle soddisfazioni. C’è spazio anche per il debutto in Serie A di Diawara, che a 7’ dal termine rileva un Crisetig ancora in difficoltà e colpito da crampi. La partita sembra trascinarsi stancamente verso la conclusione quando, nel primo dei 4 minuti di recupero decisi da Rocchi, il Bologna ha l’occasione per il pari: cross dalla trequarti di Masina per Brighi, che appoggia all’indietro per l’accorrente Brienza, il cui fendente mancino è diretto all’angolino basso; Gentiletti è bravissimo a respingere, ma la palla ancora viva finisce nuovamente sui piedi del trequartista brianzolo, il cui destro sporco si tramuta nell’assist perfetto per Brighi. Il colpo di testa del numero 33 rossoblù è troppo centrale e Berisha – non senza un briciolo di apprensione – può respingere in corner.

Finisce così una partita in cui il Bologna ha sì dimostrato di avere tanto lavoro da fare nelle prossime settimane, sul campo e in sede di mercato, ma anche di non essere così indietro dal punto di vista atletico come la partita contro il Pavia aveva dimostrato e soprattutto di avere la capacità di reagire alle situazioni di difficoltà. Sabato prossimo arriva al Dall’Ara un altro avversario ostico come il Sassuolo: sarà un Bologna diverso quello che vedremo opposto ai neroverdi, contro cui sarà necessario partire fin dall’inizio con un altro atteggiamento.