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Il Vicenza sbrana un Bologna-Mozzarellissima

Un Vicenza tosto e ordinato infligge a un Bologna fermo e confuso la prima, grave sconfitta della gestione Corvino, proprio nella serata che vedeva la famiglia Saputo presente al Dall’Ara al gran completo. Una battuta d’arresto senza...

Marco Francia

Un Vicenza tosto e ordinato infligge a un Bologna fermo e confuso la prima, grave sconfitta della gestione Corvino, proprio nella serata che vedeva la famiglia Saputo presente al Dall’Ara al gran completo. Una battuta d’arresto senza scusanti, figlia di una partita che gli uomini di Marino hanno dominato dall’inizio alla fine e conquistato con quell’autorevolezza che al Bologna manca da troppo tempo e che bisognerà ritrovare già da martedì, nella difficile sfida contro un Latina che – come il Vicenza – arriverà al Dall’Ara nel miglior momento della propria stagione.

MATU OUT, DENTRO BESSA. PRIMA DA TITOLARE PER M’BAYE – Come da copione, Lopez conferma il 4-3-1-2, proponendo però due novità rispetto alla vittoriosa trasferta di Cittadella, la prima delle quali obbligata: la febbre a 38 obbliga Matuzalem ad alzare bandiera bianca nell’immediata vigilia della partita; per sostituirlo, Lopez decide di puntare su Bessa, confermando Casarini e Krsticic nel ruolo di mezzali ed escludendo ancora una volta – la sesta consecutiva, considerando anche lo stop forzato di Chiavari – Zuculini dall’undici titolare, in cui trova spazio per la prima volta anche Ibrahima M’Baye. Il giovane senegalese prende il posto di Ceccarelli sull’out di destra di una difesa in cui vengono confermati Masina, Maietta e Gastaldello. Per l’attacco, Lopez decide di affidarsi ancora una volta alla coppia Mancosu-Cacia, alla ricerca disperata di un gol che manca davvero da troppo tempo, con bomber-Laribi a supporto sulla trequarti. Nessuna sorpresa nel Vicenza messo in campo da Marino con l’ormai rodato 4-3-3, con Manfredini, Di Gennaro e Cocco a costruire la colonna dorsale su cui si sviluppa il gioco dei Lanerossi.

MORETTI BUCA LA BARRIERA, DOPO UN QUARTO D’ORA È GIÀ 0-1 – Lo spettacolo pirotecnico offerto dalla curva all’ingresso delle squadre sul terreno di gioco, che sembra essere il preludio a una serata magica, si rivelerà invece l’unica nota positiva di un incontro in cui il Vicenza fa capire fin da subito al Bologna di essere sceso in Emilia per fare la partita. I rossoblù non partono male, tant’è che la prima azione d’attacco di nota la costruiscono proprio i padroni di casa al 7’ – bella manovra di squadra, l’unica della serata, ma nessuno di fa trovare pronto sul cross di Krsticic – ma il Vicenza non sta a guardare e alla prima occasione colpisce gli avversari: al 14’ Moretti trasforma una punizione dal limite dell’area (fallo di Krsticic su Cocco) con un tiro potente che buca al centro la barriera e trafigge senza possibilità di replica un incolpevole Coppola. Il non irresistibile piazzato del centrocampista biancorosso interrompe un’imbattibilità che durava ormai da 450’ e taglia in due la partita, mettendola nei binari più congeniali al Vicenza di Marino.

LA (TIMIDA) REAZIONE DEL BOLOGNA E LA FOLLIA DI BESSA – Il Bologna fatica a riprendersi dal colpo subito, anche perché la manovra è lenta, macchinosa e prevedibile, con Cacia e Mancosu fermi in avanti ad aspettare palloni che né i tre di centrocampo né i due laterali di difesa sono in grado di recapitare loro. A dire il vero, un paio di occasioni il Bologna riesce pure a crearle, la prima con Laribi imbeccato da Cacia e la seconda con Mancosu, la cui conclusione viene prima sporcata dalla retroguardia veneta e poi bloccata da Vigorito. Appena passata la mezzora, Laribi ci riprova con un tiro da fuori di poco alto, ma le idee dei rossoblù continuano a essere poco chiare, anche perché in cabina di regia Bessa sembra molto confuso e norvoso. Prima un cartellino giallo per atterramento di Cocco a centrocampo per fermare una ripartenza dei vicentini, poi il vero e proprio patatrac: uno scriteriano intervento su Giacomelli sulla trequarti costa la seconda ammonizione – con conseguente espulsione – al giovane centrocampista italo-brasiliano, che dopo poco più di un terzo di gara lascia i propri compagni in inferiorità numerica.

IL BOLOGNA È TROPPO FERMO, PER IL VICENZA È TUTTO TROPPO FACILE – Lopez sceglie di non intervenire con una sostituzione, spostando Krsticic in posizione di regista e arretrando Laribi nel ruolo di mezzala sinistra. L’intento è quello di non far arretrare il baricentro, di non lanciare un segnale negativo alla squadra, peraltro in evidente difficoltà, ma il vero problema è che il Bologna fatica da matti a costruire anche la più elementare trama offensiva. Di Gennaro detta indisturbato i tempi della partita, Giacomelli è una spina nel fianco di una retroguardia, quella rossoblù, che comunque non soffre più di tanto, nonostante Cocco faccia di tutto per tenere impegnati Maietta e Gastaldello. Mancano le idee, mancano gli schemi ad una squadra che non riesce mai a pungere, che fa muovere troppo poco e troppo piano la palla e che è troppo ferma per creare qualche grattacapo ad un Vicenza sicuro di se stesso e per nulla intimorito dalla sterile manovra degli avversari. Il duplice fischio del signor Manganiello suona come una specie di liberazione; la speranza è che l’intervallo possa servire agli uomini di Lopez per riordinare le idee e provare a riacciuffare una partita in salita nel corso della ripresa.

ANCORA UNA BORDATA DI MORETTI, IL BOLOGNA È K.O. – Speranze frustrate alla ripresa del gioco, che ricalca in tutto e per tutto quanto visto nel corso della prima frazione. Il Bologna è sempre lo stesso, incapace di costruire gioco e di bloccare alla fonte – vale a dire Di Gennaro – la manovra degli uomini di Marino, sicuri dei propri mezzi e in completo controllo, tanto da andare per primo vicino al gol all’ottavo, quando un non irresistibile tiro dalla distanza proprio di Di Gennaro viene respinto con qualche affanno da Coppola. Il tempo passa, bisogna provare a cambiare quacosa e Lopez sceglie il modo più originale per farlo: fuori un M’Baye senza infamia né lode e dentro Zuculini, per un Bologna completamente ridisegnato: difesa a 3 composta da Gastaldello, Maietta e Masina, centrocampo a 4 con Zuculini e Laribi sulle fasce e Krsticic e Casarini come interni e schieramento completato dall’inamovibile (in tutti i sensi) coppia d’attacco Mancosu e Cacia. Nemmeno il tempo di recepire i nuovi dettami di Lopez che il Vicenza assesta il colpo da K.O., quello che chiude definitivamente la partita: è ancora Moretti a trafiggere i rossoblù, di nuovo con un tiro dai 25 metri su cui questa volta è Coppola a farsi trovare impreparato.

ZUCU CONTRO TUTTI, MA NON BASTA – Dopo 60 minuti di nulla o quasi, il Bologna abbozza finalmente una sia pur minima reazione, innescata dal nuovo entrato Zuculini, che in poco più di mezzora costruisce grazie al proprio dinamismo molto più di quanto siano stati in grado di produrre i suoi compagni nel corso dell’intera partita. Dopo appena quattro minuti dall suo ingresso in campo, il numero 14 rossoblù si inventa un cross basso che Casarini non riesce a indirizzare con sufficiente forza e precisione in rete. Poco più tardi, al 67’, è Laribi ad imbeccare al limite dell’area di porta Cacia che, tutto solo, colpisce di testa senza forza e convinzione, favorendo così l’intervento di Vigorito. Tra le due azioni, l’ultima tegola di una serata a dir poco indigesta: in un corpo a corpo con Moretti, il ginocchio destro di Krsticic compie un movimento innaturale, costringendo l’ultimo acquisto del mercato di gennaio ad abbandonare anzitempo il terreno di gioco; trauma distorsivo il primo responso medico, in attesa che gli esami a cui il giocatore si sottoporrà nei prossimi giorni chiariscano con maggior precisione l’entità dell’infortunio.

MARTEDÌ IL LATINA, SERVIRÀ SBLOCCARSI IN AVANTI – Nel finale di gara la pressione del Bologna non produce alcun effetto, anzi è ancora il Vicenza a rendersi pericoloso con una bella girata di Cocco. Nemmeno l’ingresso di Improta per Laribi cambia le sorti di una partita nella quale il Vicenza di Marino, pur non riuscendo a costruire chissà quante occasioni in attacco (appena tre le conclusioni nello specchio dei biancorossi, due in meno di quelle del Bologna), ha dimostrato dal primo all’ultimo minuto di essere più squadra rispetto al Bologna, distante ora appena un punto in classifica. I rossoblù, a secco di gol e di vittorie al Dall’Ara da tre incontri, rimangono fermi a 48 punti, di cui appena 23 conquistati tra quelle che dovrebbero essere le mura amiche. L’ultima rete casalinga rimane quella messa a segno da Sansone (ieri neppure sceso in campo) contro il Perugia, 40 giorni fa. Quella rete resta anche l’ultimo sigillo di un attaccante, visto che le 5 marcature del Bologna nei sei incontri successivi portano la firma di Laribi (4) e Oikonomou. Un digiuno, quello degli avanti rossoblù, che ci auguriamo possa interrompersi già martedì, contro il Latina, a patto di invertire una tendenza che nell’ultimo mese e mezzo ha visto il Bologna davvero in difficoltà nella costruzione della manovra. I timidi segnali di risveglio di Cittadella sono stati cancellati da una prestazione pessima sotto tutti i punti di vista, che ha messo in risalto tutte le difficoltà del Bologna dell’ultimo periodo e che dovrà chiamare ad un’attenta analisi Lopez e tutto lo staff tecnico, messo pesantemente in discussione dalla piazza e – chissà – anche dalla dirigenza.