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Il Bologna non deve perdere Perez

  Probabilmente sabato notte i giocatori del Chievo avranno fatto fatica ad addormentarsi sentendosi ancora braccati da un uomo con la maglia rossoblu numero 15. Sul terreno del Dall’Ara spesso è sembrato che quel numero si...

Redazione TuttoBolognaWeb

Probabilmente sabato notte i giocatori del Chievo avranno fatto fatica ad addormentarsi sentendosi ancora braccati da un uomo con la maglia rossoblu numero 15. Sul terreno del Dall'Ara spesso è sembrato che quel numero si moltiplicasse all'infinito vedendolo apparire contemporaneamente in tutte le zone del campo su qualsiasi avversario. Diego Perez è tornato a dettare la sua legge nel centrocampo rossoblu: la legge del più forte. I numeri parlano per lui e dicono che senza el Ruso il Bologna ha collezionato appena 5 punti in 9 partite non riuscendo a battere avversari decisamente abbordabili come Pescara, Cagliari e Genoa. Il mediano uruguaiano ha un ruolo fondamentale non solo negli equilibri tattici della formazione di Pioli, ma anche per la coesione dello spogliatoio e la mentalità dei compagni. Non è un caso che il tecnico avesse chiesto a lui di indossare la fascia di capitano in estate prima di consegnarla al braccio tatuato di Diamanti. Se il recupero con assist a Gilardino sono l'immagine da copertina di Bologna-Chievo, vorrei aggiungere un breve fotogramma colto sabato sul campo per raccontare lo spirito di abnegazione di questo formidabile atleta: trovandosi con due giocatori liberi ai lati, Perez si è raccolto sulle ginocchia caricando come una pantera il balzo pronto ad avventarsi indifferentemente su uno dei due non appena avesse visto partire il passaggio. Per el Ruso giocare contro il Chievo in Serie A o contro il Paraguay nella finale di Copa America non fa alcuna differenza perchè la sua missione è sempre non far passare gli avversari. La speranza ora è che fra tutti gli occhi estasiati che sabato sera hanno lasciato lo stadio Dall'Ara ci siano anche quelli del presidente Guaraldi che ora ha il dovere di convocare Perez nel suo ufficio e discutere da uomo a uomo i termini del rinnovo contrattuale. Ancor prima di mettere in mezzo il direttore sportivo Zanzi ed il procuratore Delgado, è giusto che il numero uno rossoblu dia ad uno dei suoi uomini più importanti un segnale forte e sincero della propria stima chiedendogli di restare. Perez ha il contratto in scadenza a giugno e numerose squadre che aspettano solo il primo giorno di febbraio per assicurarsi i suoi servigi da svincolato: prima fra tutte il prestigioso Atletico Madrid, ma anche il ricco Monaco che già è stato la sua casa per sei anni. Il ragazzo però sta bene a Bologna e non ha mai nascosto di apprezzare la prospettiva di chiudere la sua carriera europea con la maglia rossoblu per poi magari disputare un'ultima stagione nel nativo Uruguay. Il vero problema che per il momento allontana questa prospettiva è l'ingaggio lordo annuo di 1 milione di euro: il Bologna invece gli chiede di rinunciare a qualcosa allungando magari di un anno il contratto. In questi mesi il silenzio l'ha fatta da padrone influenzando anche la prima parte di stagione del calciatore che spesso è andato in campo senza la serenità necessaria a svolgere al meglio il proprio dovere. La sensazione è che basti un minimo di buona volontà e dialogo tra le parti per arrivare alla fumata bianca e la settimana che inizia oggi potrebbe essere quella decisiva per capire se anche il prossimo anno ci saranno avversari terrorizzati dal numero 15 rossoblu o se gli incubi e i rimpianti popoleranno solo i sogni dei tifosi bolognesi.