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Che goduria! Le firme di Cacia e Sansone su una serata perfetta

È un Bologna schiacciasassi quello che al Dall’Ara ha disposto con apparente semplicità dello spauracchio Catania, reduce da cinque vittorie consecutive e all’ultima chiamata per inseguire il sogno playoff. Un sogno...

Marco Francia

È un Bologna schiacciasassi quello che al Dall’Ara ha disposto con apparente semplicità dello spauracchio Catania, reduce da cinque vittorie consecutive e all’ultima chiamata per inseguire il sogno playoff. Un sogno infranto dagli uomini di Lopez (in tribuna a scontare la prima delle due giornate di squalifica per i fatti di Bari), nettamente superiori agli etnei dal primo all’ultimo minuto, nonostante la pioggia, la pressione di una partita delicatissima e le tante assenze tra infortuni e squalifiche.

M'BAYE A DESTRA, SANSONE-CACIA IN ATTACCO – Scelte quasi obbligate per l’accoppiata Lopez-Fini, che scelgono di schierare il Bologna con un 3-5-2 molto simile a quello visto tre giorni prima a Bari: linea difensiva obbligata, col rientro di Gastaldello nel cuore del reparto arretrato rossoblù e Oikonomou e Ferrari ai suoi fianchi; a sinistra capitan Morleo prende il posto dello squalificato Masina, mentre a destra M’Baye (preferito a Ceccarelli) ha la prima possibilità di giocare nel ruolo a lui più congeniale; come a Bari, le chiavi del centrocampo sono in mano a Krsticic, scortato a destra da Casarini e a sinistra dal rientrante Laribi; in avanti, spazio alla coppia Sansone-Cacia, con il centravanti di nuovo titolare a quasi un mese dall’ultima volta (a Carpi, lo scorso primo di aprile). Marcolini decide di schierare un Catania, molto troppo, spregiudicato: il modulo è lo stesso 4-3-1-2 visto nelle ultime, brillanti uscite, ma la scelta di schierare Rosina in posizione di mezzala destra è un vero e proprio suicidio tattico, col quale il tecnico bresciano consegna il centrocampo nelle mani degli avversari.

CACIA ROMPE IL DIGIUNO – Per sfruttare la superiorità numerica, tecnica e fisica nella zona nevralgica del campo serve il Bologna tosto e aggressivo visto a Bari e già dai primi minuti, nonostante la pioggia che inizia a cadere su un Dall’Ara troppo vuoto per una partita così importante, si capisce subito che i rossoblù sono presenti e reattivi. In un inizio di gara sostanzialmente bloccato, è il Bologna a tenere il controllo del gioco e a costruire le azioni più pericolose, anche se sul più bello manca sempre la precisione nell’ultimo passaggio o al tiro: al 3’ spara alto dal limite Laribi, che qualche minuto più tardi spreca insieme a Cacia una buona occasione nata da un’illuminante verticalizzazione (la prima di una lunga serie) di Krsticic. M’Baye prende progressivamente possesso della fascia di sua competenza ed è proprio dalla destra che i rossoblù costruiscono la prima vera occasione della partita: al 30’ Ceccarelli stende Sansone al limite destro dell’area, ma sul velenoso sinistro del numero 11 rossoblù Cacia riesce a intervenire solo di mano, guadagnandosi un meritatissimo cartellino giallo. Pochi minuti più tardi Laribi sfiora il gollonzo, con un lancio sballato per Cacia che finisce per mettere in seria difficoltà Gillet. I tempi per il gol sono maturi e al 37’ il Bologna passa: ancora una verticalizzazione, questa volta firmata Ferrari, velo perfetto di Cacia per Sansone che chiude il triangolo spendendo il bomber rossoblù a tu per tu con Gillet; la conclusione del centravanti ex Verona è chirurgica e il Dall’Ara può finalmente esplodere, guadagnandosi l’inchino del bomber calabrese. Per ritrovare un gol del Bologna nei primi 45’ di gioco al Dall’Ara bisogna tornare indietro fino al 19 gennaio, prima giornata di ritorno, quando proprio Cacia – questa volta al 38’ di gioco – sfruttava nel migliore dei modi un cross al bacio di Zuculini. Prima dell’intervallo c’è giusto il tempo di un paio di cartellini gialli (Mazzotta e Castro, entrambi per fallo su M’Baye) e per un’altra palla-gol che questa volta Cacia, di testa, non riesce a trasformare in gol.

La delusione di Bari poteva abbattere una squadra che proprio al San Nicola aveva dato confortanti segnali di risveglio e invece proprio i la beffa di venerdì sera sembra aver dato alla squadra quella spinta che era mancata negli ultimi tempi. Una spinta che ha permesso al Bologna di conquistare sua la terza vittoria casalinga del 2015, dopo quelle contro Perugia e Livorno, e di riacciuffare – in attesa degli impegni di Vicenza e Frosinone – quel secondo posto che è il grande obiettivo da centrare a tutti i costi. Il segnale forte, inequivocabile, che il Bologna ha mandato alle proprie avversarie è chiaro: siamo tornati e da qui a fine maggio dovrete fare i conti soprattutto con noi.