primo piano

A Brescia si muove solo la classifica

Da Costa e Sansone salvano il Bologna, ma così non vA Lento, vuoto, impacciato. È questo, in estrema sintesi, il Bologna che a Brescia, contro la squadra penultima in classifica, è riuscito, grazie a un lampo di Sansone, ai miracoli...

Marco Francia

Da Costa e Sansone salvano il Bologna, ma così non vA

Lento, vuoto, impacciato. È questo, in estrema sintesi, il Bologna che a Brescia, contro la squadra penultima in classifica, è riuscito, grazie a un lampo di Sansone, ai miracoli di Da Costa e a un’ingente dose di fortuna, a conquistare un immeritatissimo punto, che permetterà a Lopez e ai suoi giocatori di occupare in solitaria quel secondo posto che significa Serie A per un paio di giorni almeno. Un obiettivo, quello della promozione diretta, che a fine gennaio sembrava una mera formalità e che oggi, alla luce dell’ennesima scialba prestazione dei rossoblù, sembra ben più lontano di quanto non dica una classifica che ha quasi del miracoloso.

BOLOGNA IN BAMBOLA, H'MAIDAT LO PUNISCE – Fin dai primi minuti si capisce che il Brescia, nonostante una classifica molto simile a una condanna senza appello alla retrocessione, venderà cara la pelle per portare a casa i 3 punti. La prima occasione la confezionano infatti i padroni di casa, che dopo appena 120” si rendono pericolosi con un bel tiro di Scaglia dai 25 metri, disinnescato da Da Costa. Il Bologna fatica a imporre il proprio palleggio anche e soprattutto perché subisce la fisicità delgli avversari sulla linea mediana. Sul lato destro, poi, il trio Oikonomou-Bessa-Casarini non offre le dovute garanzie: non a caso le azioni più pericolose nascono o si concretizzano proprio su quel fronte dello schieramento rossoblù. Al 19’ un innocuo cross dalla destra viene goffamente respinto da Casarini sui piedi di Corvia, che serve Sestu tutto solo davanti a Da Costa; il portiere brasiliano è prodigioso sul tiro di prima intenzione del trequartista Brescia, che fallisce anche la seconda occasione che gli capita sui piedi, preferendo ancora una volta la forza alla precisione e sparando a lato un pallone davvero invitante. Il Bologna si fa timidamente vedere in avanti un minuto più tardi, quando Morleo su sponda di Oikonomou spara alto dal limite. L’inerzia della partita è però tutta per le Rondinelle, che al 22’ passano meritatamente in vantaggio: Coly si fuma prima Casarini e poi Oikonomou sulla sinistra e serve una palla al bacio a H’maidat, che, tutto solo, infila Da Costa con un mancino sporco ma preciso all’angolino.

LAMPO-SANSONE, OMBRA-MANCOSU – La reazione del Bologna sta tutta nel fallo con cui al 27’ Oikonomou stende Sestu, meritandosi il primo cartellino giallo della sua partita. Il Brescia sembra poter controllare agilmente le avanzate del Bologna, troppo lento a centrocampo e troppo fermo senza palla. Sembra perché al 33’ il Bologna, un po’ a sorpresa, passa: Casarini crossa al centro per nessuno, ma il rinvio di Caracciolo è troppo pigro; sulla palla si avventa Sansone che con due tocchi (stop di suola e stoccata mancina) fulmina un incolpevole Arcari. Per l’attaccante lucano si tratta del quarto gol in 13 partite in casacca rossoblù. Le magagne difensive delle Rondinelli vengono nuovamente a galla sul finire della prima frazione di gioco, quando le rapide verticalizzazioni di Krsticic e dell’autore del gol del pareggio spediscono Mancosu (fino a quel momento impalpabile) a tu per tu con Arcari: il dribbling del capocannoniere dello scorso campionato sembra buono, ma l’estremo difensore del Brescia è bravissimo a togliere la palla dai piedi del numero 10 rossoblù. Giusto così, perché arrivare all’intervallo con il Bologna in vantaggio (per quanto piacevole) sarebbe stato sinceramente troppo.

UNA PEZZA DI QUA, UNA PEZZA DI LÀ: L'ANGELO DA COSTA CI TIENE A GALLA – I primi minuti della ripresa frustrano le speranze di chi si augurava di vedere un Bologna diverso da quello dei primi 45 minuti di gioco. Come a inizio gara, al Brescia bastano poco più di 120” per rendersi pericoloso: Da Silva, subentrato a Sodinha, trova subito Corvia che sguscia via a Gastaldello e Maietta e conclude di poco a lato dal limite dell’area. Ancor più grossa è l’occasione che cinque minuti dopo capita sul destro dell’attaccante scuola Roma: solo un prodigioso intervento di Da Costa nega la gioia del gol a Corvia, assistito alla perfezione da una sponda di testa di Scaglia su pallone giunto in area direttamente da fallo laterale. Il Bologna è in bambola, in tutti i reparti, e al 60’ Lopez prova a porre rimedio inserendo Ceccarelli per Krsticic (ben lontano dalla forma migliore), con il naturale slittamento di Casarini nel ruolo di mezzala. Cambia poco, a dire il vero, anche perché Bessa è in giornata no, come dimostra il lancio-suicida che un minuto più tardi parte dal suo piede e che costa un giallo a Gastaldello, costretto a fermare con le cattive Scaglia al limite dell’area.

PROFONDO ROSSO OIKONOMOU, MA IL BOLOGNA SI SALVA – A complicare ulteriormente il pomeriggio del Bologna ci pensa Oikonomou, che si procura il secondo giallo e la conseguente espulsione con un fallo gratuito su Sestu, girato di spalle a 30 metri dalla porta. Le già flebili speranze di vittoria dei rossoblù si spengono così a 20 minuti dal termine di una gara in cui il Bologna ha fatto poco o nulla per mettere in difficoltà un avversario tanto determinato quanto fragile. A nulla valgono gli ingressi di Acquafresca (di nuovo in campo due mesi dopo l’ultima apparizione, il 24 gennaio a Chiavari nella seconda giornata del girone di ritorno) al posto di un deludente Mancosu e di Masina per un Sansone mai domo, ma ormai in riserva. È infatti il Brescia, forte anche della superiorità numerica, a tenere in mano il pallino del gioco e a costringere il Bologna alle corde fino ai minuti di recupero: l’ultima, colossale occasione capita sui piedi del neo entrato Valotti, che splendidamente assistito da Da Silva spedisce sul fondo un pallone davvero invitante.

Il triplice fischio finale pone fine all’agonico pomeriggio rossoblù e dà il via ai processi del dopo gara dei tifosi (e non solo). Non è ancora tempo di trovare colpevoli, perché, nonostante un girone di ritorno da appena 13 gol (ma 24 punti, 1,71 a partita) segnati in 14 partite, il Bologna è sempre lì, tutto solo, al secondo posto; ma è tempo – già da un pezzo, a dire il vero – di trovare le giuste contromosse per svoltare un finale di stagione che inizia a somigliare troppo da vicino a quello della passata stagione. Il cambio di modulo (e di uomini) non ha sortito gli effetti sperati; potrebbero rendersi necessarie decisioni più forti per conservare un secondo posto mai così in bilico come in questo momento.