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Tutti i c.t. dell’Italia da Meazza a Carcano (prima parte)

Storia dei vari commissari tecnici che si sono avvicendati sulla panchina della Nazionale Italiana di calcio e delle vicende internazionali. Ecco la prima di tre parti.

Redazione TuttoBolognaWeb

La volontà di Antonio Conte nel lasciare la Nazionale dopo l’avventura europea in Francia quest’anno lascia aperte molte ipotesi sul possibile successore, che dovrà prendere sulle proprie spalle, come Atlante fa con il globo terrestre, una responsabilità di alti livelli.

La Federazione Italiana del Football (F.I.F.) fu fondata nel 1898 e, dopo svariati tentativi, si riuscì a costituire un’autentica squadra composta da calciatori italiani il 13 gennaio 1910, grazie a Luigi Bosisio presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (denominazione che aveva preso il posto della F.I.F. nel 1909).

Dalla prima partita ufficiale contro la Francia il 15 maggio di quello stesso anno alla vecchia Arena Civica (intitolata poi al grande Gianni Brera) del capoluogo milanese e terminata con il roboante punteggio di 6-2 in favore dell’Italia, si è inaugurato un clico pluricentenario, che ha visto grandi successi accompagnati da sconfitte terribili, grandi calciatori come pure mediocri assieme a, riallacciandoci a quanto detto inizialmente, commissari tecnici dai diversi cicli e dalle varie epoche, ognuna con la propria tattica e visione di gioco.

Dal 1910 in avanti fu composta una “commissione tecnica” con a capo Umberto Meazza, nativo del pavese, ex calciatore ed ex direttore di gara (fondò nel 1911 l’Associazione Italiana Arbitri), che durò fino al 1914 con una breve parentesi di Vittorio Pozzo nel 1912, dal 29 giugno al 3 luglio, quando ci furono i Giochi Olimpici a Stoccolma e l’Italia disputò tre partite: 2-3 con la Finlandia (che si prenderà anche una bella rivincita battendo anche la nazionale dell’Impero Russo che li aveva invasi), 1-0 sulla Svezia padrona di casa con rete del centrocampista Franco Bontadini, in forza all’Inter e la batosta per 1-5 con l’Austria.

Nel gennaio del 1915, poco prima dell’entrata in guerra dell’Italia, arriva Vincenzo Resegotti, arbitro anch’egli, che gestirà gli “azzurri” per due partite, una appunto in quell’anno e l’altra nel 1920.

Seguirà poi Giuseppe Milano, del mantovano, ex calciatore, insieme a tanti altri membri della commissione tecnica; intanto l’Italia disputa le Olimpiadi di Anversa del 1920, esordendo con una vittoria contro l’Egitto per 2-1, perdendo 3-1 dalla Francia e ripetendo lo stesso ruolino di marcia nel torneo di consolazione con la vittoria per 2-1 sulla Norvegia e la sconfitta per 0-2 contro la Spagna.

Nel marzo del 1924, subentrerà ancora Pozzo, che porterà numerosi cambiamenti nella gestione della Nazionale: dopo 5 anni nei quali c’è una gestione “a due” tra Lega Nord e Sud per un annetto e la singola gestione dal ’25 al ’28 di Augusto Rangone e dal ’28 al ’29 di Carlo Carcano, arriva finalmente il ruolo definitivo di “commissario tecnico”, inaugurato dall’allenatore di Torino.