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Tolti Verdi e Pulgar, cosa resta?

L'analisi dell'annata dei giocatori rossoblù

Redazione TuttoBolognaWeb

Il Resto del carlino si pone la domanda "Tolto il boom di Verdi e la crescita di Pulgar, cosa resta?".

Numeri alla mano poco, è mancata la crescita della base. La gestione di Destro si è rivelata disastrosa e soprattutto deleteria. Benché con lui in campo il Bologna abbia messo in cascina 29 dei suoi 39 punti, il trattamento riservato al numero 10 è finito per complicare la vita pure a Palacio, che a 36 si è ritrovato titolare: complice la mancata preparazione, è durato tre mesi.

Masina e Donsah non hanno compiuto il definitivo salto di qualità che il club si aspettava da loro sul campo e a livello di valutazione economica, Krejcì, Di Francesco e Nagy hanno fatto addirittura un passo indietro: da titolari con numeri intriganti nella passata stagione, a desaparecidos in quella attuale. Anche il figliol prodigo Dzemaili è apparso l’ombra del giocatore da 8 reti che aveva lasciato Bologna tra mille rimpianti. Male anche Torosidis, che tra infortuni e condizione atletica precaria si è perso per strada e la guida tecnica non è riuscita a valorizzare neppure Mbaye o Krafth. La difesa? Gli ultimi arrivati De Maio, Gonzalez e Romagnoli non hanno mai pienamente convinto.