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Rizzo Nervo a Tempi Supplementari: “Il Restyling del Dall’Ara è al vaglio del Ministero. Al momento non c’è nessuna ipotesi di trasferimento in un altro stadio”

L'assessore comunale con delega allo Sport, Luca Rizzo Nervo, è intervenuto ieri sera a Tempi Supplementari, in onda sul circuito Radio International – Radio Nettuno e condotta da Ugo Mencherini e Vittorio Longo Vaschetto con la collaborazione...

Redazione TuttoBolognaWeb

Resta in primo piano il restyling del Dall'Ara. Che novità ci sono a riguardo?

“In realtà, particolari aggiornamenti recenti non ce ne sono. C'è il lavoro della Soprintendenza, che è tuttora in corso. Credo in effetti che la Soprintendenza del Bologna abbia di fatto terminato il suo lavoro e che abbia 'passato' le carte, per la rilevanza del progetto, anche al Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Cultura, che si può considerare la Soprintendenza delle Soprintendenze: la pratica si sta quindi ulteriormente istruendo. Ho aspettativa che da qui a non molto ci sia un pronunciamento che tutti auspichiamo positivo, in modo da poter arrivare, come più volte detto, da parte del Bologna calcio a delle scelte che siano definitive e lavorare per renderle fatti”.

E' possibile avere una tempistica?

“A differenza della procedura normale, che prevede la presentazione del progetto definitivo – ben lungi dall'esserci, in questo momento – ci sono 180 giorni perché la Soprintendenza si pronunci. In questo caso siamo completamente in un altro quadro, che è quello di una collaborazione in una fase preventiva del progetto proprio per capire fin da subito se gli sono gli elementi fondamentali e imprescindibili per la realizzazione del nuovo Dall'Ara. Mi aspetto che i tempi siano molto più brevi, e non scordiamoci che noi abbiamo portato il progetto in Soprintendenza intorno alla metà di gennaio. Sono meno di due mesi, che nell'aspettativa di tutti noi sono un'eternità ma oggettivamente è un tempo abbastanza normale per una valutazione che ha un carattere tecnico e non solo estetico. Mi aspetto che non manchi molto e devo dire che ho avuto modo di segnalare alla Soprintendenza che, nel rispetto del ruolo istruttorio che abbiamo chiesto, per noi i tempi sono un fattore non indifferente ma anzi decisivo. L'aspettativa è dunque quella che da qui a poco ci possa essere un pronunciamento”.

I tempi per la fase concreta vera e propria restano fine maggio-inizi di giugno?

“Sì. Devo dire che ho anche la speranza che possa essere un po' prima. Anche dopo il pronunciamento della Soprintendenza immagino che il Bologna abbia ulteriori elementi di valutazione, a maggior ragione perché non è un atto autorizzativo e non si fermerà a un sì o un no. Può darsi che ci siano delle indicazioni e che siano necessarie delle integrazioni progetturali, delle modifiche o dei cambi di alcune parti: questo non è scontato, ma non è nemmeno da escludere. Ci vorrà anche da parte del Bologna, immagino, un ulteriore momento di riflessione sugli esiti di quella istruttoria ma mi auguro che entro quei tempi ci possa essere il pronunciamento definitivo e di conseguenza si possa anche già valutare quali lavori, eventualmente, già nell'alveo dell'attuale concessione, possano essere iniziati”.

A proposito di concessione, qual è la prassi?

“E' evidente che il progetto complessivo richiederà una nuova concessione e ovviamente procedure anche di interesse pubblico come è normale che sia e come è avvenuto anche per i progetti degli altri stadi italiani. Con il Bologna abbiamo la speranza, però, che alcuni lavori, come è avvenuto la scorsa estate, possano essere oggetto del periodo estivo di questo fine campionato. Peraltro la pausa di campionato sarà più lunga, visto che ci saranno gli Europei e la stagione finisce il 22 maggio. Anche rispetto allo scorso anno c'è quasi un mese in più e questo potrebbe aiutare”.

Ci sono scadenze già in agenda?

“Ribadito che tra Comune e Bologna i rapporti sono quasi quotidiani, la prossima occasione di confronto potrà esserci in occasione del prossimo passaggio a Bologna del presidente Saputo, che sarà nei prossimi giorni ma ancora non c'è una data precisa. Mi auguro che in quell'occasione possano esserci già degli elementi ulteriori per discutere insieme e fare dei passi in avanti, insieme a Saputo, Fenucci e tutto il Bologna”.

Il cosiddetto 'piano B', ovvero la realizzazione di un nuovo stadio altrove, continua a non essere presa concretamente in esame?

“Noi siamo concentrati su questo e non ci sono discussioni in corso sul piano B. Stiamo verificando tutte le condizioni per provare a rimanere al Dall'Ara: tutti noi consideriamo il Dall'Ara la casa del Bologna. Vogliamo renderla davvero ancora più bella e far cogliere quella che per Bologna è una straordinaria occasione. In caso contrario, avvieremo la discussione su altre aree, ed è una discussione che, sul piano urbanistico e per una serie di fattori, non è meno complessa, e anzi forse lo è di più, di quella che riguarda il Dall'Ara. Rimango molto speranzoso sul fatto che la scelta ricadrà sul Dall'Ara e sul fatto che sarà l'attuale stadio il luogo in cui si potrà sviluppare il progetto di una nuova casa del Bologna”.

Riguardo alla capienza che avrà il nuovo Dall'Ara sono state prese decisioni?

“E' una questione annosa. Il progetto è ovviamente costruito su un'ipotesi di capienza, che resta 25-28mila posti. La cosa importante in questa fase è il progetto nel suo insieme, con elementi come la copertura e l'avvicinamento delle curve, che sono essenziali: senza di quelli il progetto sul Dall'Ara non sarà fattibile. Per quanto riguarda la capienza, è un elemento non meno importante ma può essere rivisitato anche in corso d'opera. Siamo di fronte a un progetto preliminare e forse più che preliminare, non a un progetto definitivo. Ho sentito Saputo dire che non gli dispiacerebbe vedere il Bologna in Champions League: anche di questo dovremo tenere conto”.

In piedi c'è anche la possibilità di giocare al Dall'Ara o sposarsi altrove durante i lavori: è già stata presa una decisione?

“Al momento non c'è nessuna ipotesi di trasferimento del Bologna in un altro stadio, anche perché ribadisco che siamo di fronte a un progetto preliminare. Un momento dopo l'ok della Soprintendenza e la decisione conseguente del Bologna di scegliere il Dall'Ara, bisognerà costruire un piano che preveda anche la cantierizzazione. L'attuale stadio non è in periferia, ma è nel cuore della città, tutto intorno è urbanizzato e residenziale e rispetto ai mezzi necessari per la ristrutturazione dovrà essere tenuto presente. Solo in quel momento si valuterà se e per quanto si dovrà eventualmente andare in un altro stadio. Sono valutazioni che dovrà fare anche il Bologna: un cantiere, con la squadra che gioca la domenica, dura di più ed è più lungo. Se si potesse operare sul Dall'Ara tutti i giorni i tempi si accorcerebbero. Se si restasse al Dall'Ara, i tempi potrebbero essere  di tre o quattro anni mentre se si andasse altrove potrebbe bastare un po' più di un anno. Dovesse esserci l'esigenza di spostarsi, il Bologna farà le sue valutazioni per verificare le varie situazioni. A quel punto, dal punto di vista delle distanze, Modena e Ferrara potrebbero essere delle soluzioni, posto che lo stadio Paolo Mazza tiene 7mila persone e temo si starebbe un po' stretti”.

Il Comune è stato in questi giorni coinvolto in “We love football”, che porterà a Bologna giovanissimi calciatori dall'Italia e dall'Europa.

“Abbiamo lavorato gomito a gomito con Marco De Marchi per regalare questo evento alla città e al territorio metropolitano, visto che non coinvolgerà solo Bologna ma anche altri impianti sportivi della provincia. Avere un torneo con i ragazzi nati nel 2001 delle migliori squadre europee porterà a Bologna il grande calcio del futuro. A quell'età ragazzi sono ancora ragazzi e non sono già mezzi professionisti, ma al tempo stesso sono talenti futuribili e vederli sarà un grande spettacolo. Per questo il Comune, e io personalmente, ci abbiamo messo impegno nel supportare il lavoro di De Marchi. E' una grande e bella occasione”.