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Maifredi: “Ecco come è nata la band del 1988”

Domenica verranno celebrati i 30 anni da quella storica promozione, Gigi Maifredi la racconta al Carlino

Redazione TuttoBolognaWeb

OSPITALETTO

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Tutto nacque da Ospitaletto, la squadra che Maifredi allenava prima di passare al Bologna:

"Mi ricordo tutto come fosse ieri, amichevole di fine stagione tra Bologna e Ospitaletto voluta da Corioni che voleva portarmi a Bologna. Mi disse 'così vedono il tuo calcio', ma io ero scettico, ancora di più dopo l'ovazione che il pubblico tributò a Gibì Fabbri che aveva salvato la squadra. Infatti a fine partita gli dico 'mi dia retta, prenda un altro'. Invece non mi ascolta e mi chiede di completare la squadra".

L'OSSATURA E GLI SCONOSCIUTI

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"A questo punto mi metto al lavoro, Villa in difesa è una sicurezza a cui però gli manca una spalla. C'è Luppi, che è forte, e lo metto a destra. Pecci è il regista e figurarsi se ci rinuncio, poi ci sono le garanzie Marocchi e Stringara, davanti Pradella e Marronaro che non mi sogno di cambiare. Quindi prendo da Ospitaletto Cusin, De Marchi e Monza, più Quaggiotto, Gilardi e Strada. Mancava solo un'ala destra. Poli? No, pensavo a Perrone, quello del Campobasso e mi fiondo al San Paolo per lo spareggio per restare in B con la Lazio. Decide Poli che fa un partitone e allora chiedo a Governato 'riusciamo a prenderlo?'".

DIVERTIMENTO

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Maifredi spiega il segreto del suo calcio champagne: "E' stato tutto frutto del lavoro fatto con gioia. Un aneddoto lo spiega bene. Un giorno rimasi bloccato nel traffico e chiesi al mio vice Pivatelli di iniziare l'allenamento. Quando arrivo a Casteldebole i giocatori sono tutti seduti in mezzo al campo attorno a uno che aveva addosso la mia tuta. Avevano preso un manichino vestendolo da Maifredi. Questo è il modo, l'allenamento deve essere uno spasso".

BOLOGNA

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"Per me gli anni a Bologna sono stati una vacanza e quando sento dire che il mestiere di allenatore è difficile mi viene da sorridere. E' difficile portare avanti una azienda, gestire una famiglia o lavorare in miniera. Poi c'era Bologna città, Marco Fabbri di una nota pizzeria, Gianni Farioli che aveva un negozio in via Boldrini dove abitavo, oppure i locali aperti fino a tardi col suo profumo della notte. Una meraviglia".