Godfred Donsah, il centrocampista ghanese del Bologna, si è messo in gioco raccontandosi attraverso un interessante documentario girato da Claudio Cioffi, è da oggi pubblico su tutto i canali web e social del club rossoblù.
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La svolta di Donsah
di Francesco Bocchini
Il punto di vista di un ragazzo di 19 anni che è disposto a tutto pur di offrire alla famiglia una vita piena di speranze: "Durante un'intervista mi è stato chiesto cosa avrei fatto se non fossi diventato un calciatore: ho risposto che avrei lavorato in una piantagione di cacao - ha detto ieri il calciatore durante la presentazione del film - Pensavano scherzassi, così a fine intervista ho detto ai ragazzi dell'ufficio stampa di venire a casa mia. Non ho paura della verità".
Lo staff del Bologna è andato con lui in Ghana durante le vacanze di Natale, dove Donsah ha mostrato i luoghi della sua infanzia e anche la piantagione di cacao dove lavorava. La sua vita è cambiata radicalmente e questo anche grazie al padre che ha deciso di partire per l'Italia. Il viaggio della speranza riportato dal papà: "Un mese per arrivare in Libia, camminando una settimana nel deserto. Da lì, su un barcone, sono arrivato a Lampedusa e ho lavorato nei campi di pomodori per inviare soldi a casa". Sacrifici che hanno aiutato Donsah a coronare il suo sogno di diventare calciatore, pagandone però un caro prezzo: "Sono rimasto 8 anni senza vedere e sentire mio padre, qui ero l'uomo di casa: vivevo con mamma e tre sorelle".
La sua svolta fu a 15 anni, quando l'agente Oliver Arthur organizzò un torneo e Donsah venne notato dal Palermo che di conseguenza lo portò in Italia. Qui ebbe la possibilità di rivedere il padre e diventare il grande giocatore che vediamo oggi in campo. Quella di Donsah è una storia forte, con un passato che rappresenta la sua forza.
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