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Il mercoledì sera? Un calcetto contro Marco Di Vaio…

Si era sparsa la voce, nelle scorse settimane, che Marco Di Vaio avrebbe preso parte al campionato di Calcio a 7 del CSI (Centro Sportivo Italiano). Erano però voci ufficiose ma non ancora ufficiali, e dunque c’era tanta curiosità di...

Giacomo Bianchi

Si era sparsa la voce, nelle scorse settimane, che Marco Di Vaio avrebbe preso parte al campionato di Calcio a 7 del CSI (Centro Sportivo Italiano). Erano però voci ufficiose ma non ancora ufficiali, e dunque c'era tanta curiosità di scoprire se davvero l'ex numero 9 rossoblù sarebbe sceso in campo. L'ironia della sorte ha voluto che la sua (possibile) prima gara sarebbe stata proprio contro la squadra del sottoscritto che, assieme a tutti i suoi compagni, era emozionato, teso, curioso e desideroso di fare bella figura di fronte ad un campione affermato. Campo Zoni, ore 19.30. Cominciano i discorsi del preapartita: “Se c'è, io non lo faccio andare via, lo falcio subito”. “Però dopo ci facciamo la foto con lui, vero?”. “Ma secondo voi si impegna? Ci massacrerà”. “L'ho visto giocare diverse volte, fa sempre quelle tre cose... Ci penso io!” “Ma va la, non verrà mai, lo hanno fatto solo per farsi pubblicità.”. Insomma, come potrete immaginare i pensieri erano i più vari, le tattiche per fermarlo le più impensabili e l'ansia cresceva pensando al momento nel quale saremmo scesi in campo. Il dubbio della sua presenza è stato cancellato ben presto: maglia numero 9, fascia da capitano al braccio, scarpa bianca scintillante e un riscaldamento prepartita curato nei minimi dettagli (a differenza nostra, che ci limitavamo a guardare con la bocca aperta e continuavamo a chiederci come fare per arginarlo). Immaginatevi undici ragazzi che giocano insieme da più di dieci anni tra settori giovanili, prime squadre dilettantistiche e tornei di calcetto vari. Immaginateveli dopo una giornata di lavoro, di studio e di pensieri personali di ogni genere. Immaginateveli scendere in campo nella massima serie del Campionato CSI dopo la promozione raggiunta lo scorso anno, trovandosi subito di fronte un giocatore che ha fatto la storia del calcio italiano professionistico. Quello che era un sogno, sta diventando realtà, e adesso non c'è più spazio per pretattiche o strane congetture: il cervello si svuota, e rimane solo l'emozione di giocare contro di lui e l'onore di poterlo affrontare. Eravamo lì, pronti a stringergli la mano per il saluto iniziale e forse non troppo concentrati sulla partita. Fino a qualche anno fa lo ammiravamo tutti insieme dalla curva Bulgarelli e adesso stiamo per giocarci contro? Che spettacolo, che bellezza! Poi la gara è cominciata, i romanticismi per forza di cose dovevano essere messi da parte e, inevitabilmente, qualche scarpata involontaria è partita. C'è stato chi ha avuto l'onore di portargli via la palla e lo racconterà ai suoi figli tra qualche anno, chi ha dovuto marcarlo a uomo e si è sentito un giocatore di Serie A, ma c'erano anche tanti curiosi che sono venuti ad assistere alla gara per rivederlo in campo. Insomma, è stata una serata di festa, di soddisfazioni e di emozioni, che non verrà dimenticata tanto facilmente. È stata una serata che si è conclusa con le foto e la piena disponibilità di Marco a fare due chiacchiere e scambiare due parole con noi e con i curiosi. È stata una serata che si è chiusa con il rammarico dell' FC Fuoricorso (la squadre di chi scrive) per non avere portato a casa un risultato che sembrava alla portata. Perchè, è vero che contro avevamo un grande campione, ma è anche vero che abbiamo giocato con lo spirito di unione e amicizia che da sempre ci accomuna, e che in questi anni ha permesso di toglierci tante soddisfazioni, culminate con la sfida al grande campione di questa sera. Volete sapere il risultato? Un 4-3 per il “Di Vaio Team”, un 4-3 che è arrivato grazie a tre goal di Marco, un 4-3 che è arrivato con un goal di Marco da opportunista all'ultimo secondo. Tutto nella norma, in definitiva. Direi che può bastare per confermare che anche se passano gli anni, le vecchie abitudini non si perdono mai.