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Ex calciatori del Bologna: che fine hanno fatto?

La fine della carriera agonistica per un calciatore è sempre un momento molto delicato, poiché si passa dall’essere protagonisti in campo al diventare dei “pensionati” molto giovani. I più fortunati hanno messo abbastanza fieno in cascina...

Redazione TuttoBolognaWeb

Stefano Bettarini

Tra gli ex giocatori che hanno vestito la gloriosa maglia rossoblù ci sono varie storie che descrivono bene questo percorso, che porta dal calcio alle attività più impensabili, anche se alcuni hanno poi deciso di non abbandonare mai il campo, seppur in altre vesti rispetto a quelle del calciatore.

Partiamo con Stefano Bettarini, che ha calcato il campo del Dall’Ara nella stagione ’98-’99 e vestito anche la maglia della Nazionale nel 2004. Da sempre legato a doppio filo con il mondo della televisione, visto il suo matrimonio con Simona Ventura (dalla quale ha poi divorziato), Bettarini ha trovato uno sbocco professionale proprio sul piccolo schermo, partecipando a diverse trasmissioni come La Talpa, Buona Domenica e Quelli che il calcio, nonché arrivando alla finale del noto format Ballando con le Stelle. Bettarini ha poi vissuto per qualche anno a Miami, prima di fare ritorno in Italia nel corso degli ultimi mesi in seguito a vicissitudini personali.

Giovanni Bia

Percorso diverso quello di Giovanni Bia, difensore del Bologna dal 1998 al 2012 ed ex tra le altre di Napoli, Inter, Udinese e Saint-Étienne. La sua carriera da calciatore termina nel 2003, quando disputa la sua ultima partita con la Reggiana: dopo di che Bia si rimette in gioco e decide di intraprendere il percorso per diventare procuratore. Diventato agente Fifa, il quarantasettenne emiliano punta sui giovani, ottenendo le procure per Federico Macheda e Davide Faraoni (oltre che dell’ex rossoblù Guarente), che nonostante le premesse iniziali non raggiungono i traguardi immaginati per loro: il primo m

Emiliano Salvetti

Nel 2002 arriva a Bologna un centrocampista di sicuro affidamento come Emiliano Salvetti, reduce dalle positive esperienze con Cesena e Verona, nella quali aveva anche condito le sue apparizioni con un discreto numero di gol. In rossoblù però Salvetti non conferma quanto di buono fatto vedere nelle precedenti avventure e dopo appena 12 mesi fa nuovamente le valige in direzione Verona, per poi tornare successivamente al Cesena. Finirà la sua carriera nella Ribelle, squadra del campionato di Eccellenza romagnolo. Ma una volta appese le scarpette al chiodo, Salvetti si sbizzarrisce, interessandosi a molte nuove attività: vincerà il titolo di Campione d’Italia di Foot Volley, disciplina a metà tra il calcio e il beach volley e prenderà anche le redini del Cervia (squadra famosa per il talent “Campioni”) in qualità di allenatore. Per lui anche un avventura ai tavoli da poker, come per molti altri suoi colleghi ed ex colleghi, come ad esempio Albert Riera. Addirittura Ronaldo, una volta finita la carriera da calciatore si è dedicato al poker sportivo, in qualità di giocatore e testimonial. Una buona compagnia per Salvetti, che a oltre quarant’anni suonati deve ancora decidere quale sarà il suo futuro.

Marco Ballotta

Chiudiamo con la storia di uno che c’ha provato in tutti i modi a dire basta col calcio giocato, ma che a cinquant’anni è ancora il portiere titolare di una squadra: parliamo di Marco Ballotta, bolognese di Casalecchio di Reno, che proprio nella compagine felsinea ha mosso i primi passi nel calcio professionistico. Dopo un carriera quasi infinita, nella quale lo si ricorda principalmente per le sue apparizioni con Modena e la Lazio, con la quale centrerà anche il titolo di Campione d’Italia, Ballotta decide di ritararsi dal calcio professionistico per passare a quello dilettantistico, precisamente nella Calcara Sammoggia, squadra nella quale gioca come attaccante, mettendo a segno 24 reti in 37 partite. L’anno successivo torna tra i pali del San Cesario, mentre dodici mesi dopo decide di ritornare a vestire i panni dell’attaccante nell’ex squadra, riuscendo a mettere referto altre cinque reti.

L’anno scorso doveva fare il dirigente del Castelvetro, compagine di Eccellenza, ma si è ritrovato prima a dover fare l’allenatore e successivamente a scendere in campo come portiere titolare, alla veneranda età di 50 anni. Chapeau.