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Destro, speriamo sia il primo di una lunga serie

Editoriale di Alessandro Reni

Redazione TuttoBolognaWeb

Non me ne voglia Ciccio Brienza, protagonista di un gol strepitoso da fuori area in occasione di Bologna – Atalanta, rete da cineteca che non a caso è stata votata come la più bella della undicesima giornata di Serie A, come mi auguro non se la prenda Giaccherini che domenica ha interrotto un digiuno realizzativo durato circa un anno, ma ora più che mai mi sembra opportuno dedicare ampio spazio a Mattia Destro. Sì, proprio lui: lo stesso che alla conclusione della gara persa contro l’Inter è stato sommerso dai fischi, più che legittimi dopo il clamoroso errore a tu per tu con Handanovic, della tifoseria rossoblù; la punta marchigiana, accolto da una folla numerosissima alla stazione di Bologna (più di 400 persone all’arrivo di un calciatore sotto le Due Torri non li vedi tutti i giorni) non si è poi rivelato all’altezza delle aspettative, giocando quasi tutti i match conditi da prestazioni sottotono e mancanza di lucidità.

Tutti, io per primo, hanno giudicato insufficiente ogni partita disputata dal ventiquattrenne ascolano e lo hanno etichettato come un attaccante in declino, malgrado la giovane età. C’era anche chi asseriva che Destro non si trovasse a suo agio con le idee di gioco espresse da Rossi e che addirittura la punta avesse perduto il feeling con l’allenatore romagnolo, oppure chi affermava che questa sarebbe stata la “stagione no” dell’ex centravanti del Siena. Sta di fatto che finalmente Destro si è sbloccato mettendo a segno un bel gol, merito anche dell’assist perfetto di Masina; la speranza è che nel corso di queste partite che seguiranno il bomber scuola-Inter sappia ripetersi e che possa ampliare il suo bottino di reti, ora piuttosto misero, perché è vero che non è né il primo né l’ultimo attaccante che incappa in una crisi ma lo è altrettanto il fatto che il vizio di segnare non si può perdere da un giorno all’altro.

Nel match che ha visto l’Atalanta cadere sotto i colpi di tre membri del reparto avanzato rossoblù, Destro, contrariamente alle partite precedenti, è parso molto attivo e più nel vivo del gioco, collaborando con i compagni e mettendo il suo zampino in varie azioni pericolose del Bologna. Questa vittoria per i ragazzi del nuovo tecnico Donadoni, non soltanto per come è stata conseguita, potrebbe non essere come tutte le altre: il successo contro i nerazzurri di Reja potrebbe aprire un nuovo ciclo, rasserenando e caricando ulteriormente un gruppo reduce da un periodo abbastanza cupo, vittima delle continue voci di un Rossi a rischio esonero e del mancato raggiungimento di risultati positivi nelle scorse partite; inoltre, si spera che la rete insaccata da Destro infonda maggiore grinta e fiducia al numero 10 felsineo, che lo porti a migliorare sempre di più il suo rendimento e che soprattutto, chissà, gli possa aprire di nuovo le porte della Nazionale di Conte dopo lunghi mesi di assenza. Destro è così passato da essere considerato la pecora nera, dove tutti avrebbero voluto mandarlo al patibolo alla luce delle recenti bruttissime prove (quella contro l’Inter la più macabra) a essere nuovamente oggetto degli affettuosi cori rossoblù dopo i fischi nella serata di martedì scorso in seguito alla sconfitta rimediata contro i giocatori di Mancini. Questo è il Destro che tutti noi bolognesi vorremmo sempre vedere in campo, voglioso e arrembante, che dia l’anima per conquistarsi i palloni e che poi, cosa più importante, sappia spedirli in fondo al sacco, perché questo deve essere il compito di un attaccante e perché noi ci affidiamo a lui: aggrappandoci ai suoi gol speriamo di portare in cascina i punti che ci servono per raggiungere la salvezza (al di là delle ormai note ingenuità difensive i punti non sono arrivati proprio per le reti che Destro e i suoi compagni di reparto non sono riusciti a segnare). Avanti tutta Bologna, sperando che ci attenda un immediato futuro più roseo di quello che avevamo preannunciato fino a una settimana fa, e che quest’ultimo sia reso tale dai gol di Destro, confidando che quello contro la Dea sia stato il primo di una lunga serie.

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