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“Bologna, radici rossoblu”, l’intervista agli autori Costa e Segal

di Antonio Cetani

Redazione TuttoBolognaWeb

Questo pomeriggio abbiamo intervistato Tiziano Costa e Amos Segal, autori del libro "Bologna, radici rossoblu" edito da Studio Costa, 2018. Il libro, scritto per tutti gli appassionati di calcio e in particolare per i tifosi rossoblù, inizialmente parla delle origini storiche del gioco del pallone per poi arrivare a parlare delle imprese del grande Bologna dalla sua fondazione, nel 1909, fino al cinquantenario del 1959. Di seguito vi riproponiamo la nostra intervista.

Questo libro parla della storia del Bologna e quindi anche degli anni d’oro del club rossoblù. Cosa manca oggi per ritornare ad essere una squadra vincente?

"Servirebbero dei rinforzi. Due sono già arrivati e sono Sansone e Soriano. Caceres sembrerebbe in dirittura d’arrivo. Bisogna rinforzare la difesa e soprattutto l’attacco, manca uno che la butti dentro. Ci vogliono giocatori giovani e che corrano molto."

Vi piace Inzaghi come allenatore?

"Contro la Spal non abbiamo perso, un buon punto guadagnato. C’è da vedere il bicchiere mezzo pieno. Vedremo cosa farà contro il Frosinone, sarà la gara verità, da in o out per Inzaghi.  Il modulo? Ieri con il 4-3-3 abbiamo fatto molto meglio, con i giocatori che ha il 3-5-2 non se lo può permettere."

Paura di retrocedere?

"No. Abbiamo appena cominciato il girone di ritorno, il campionato è ancora lungo."

Perché un tifoso felsineo deve leggere "Bologna radici rossoblu"?

"Per conoscere la storia esattamente com'è. Molte persone vanno avanti con i si dice, si confondono date e nomi, invece questo libro è molto documentato e molto preciso.  Ci sembrava utile far conoscere il passato del calcio a Bologna."

Cosa ne pensa del presidente Saputo e dell’attuale dirigenza?

"Saputo è un uomo che ha davvero intenzione di fare grande il Bologna. Viene spesso allo stadio. Ha grandi progetti per questo club: ritornare a giocare una competizione europea e il nuovo stadio.  Mi auguro possa ripetere i successi di Renato Dall’Ara. Ho fiducia in Joey Saputo. Per quanto riguarda la dirigenza, a fine campionato tireremo le somme."

Oltre a Schiavio e Bulgarelli, quale altra bandiera storica del Bologna potremmo individuare?

"Oggi il calcio si è evoluto ma anche involuto. Una volta un giocatore si accasava ad una squadra perché c’era cresciuto, come successe per Schiavio e Bulgarelli. Oggi al massimo potrei vedere come bandiere di un club De Rossi della Roma e Florenzi se rimarrà. Oggi i giocatori cambiano casacca con la stessa facilità con cui cambiavano canottiera durante l’estate. Ai nostri giorni bandiere vere si fatica a trovarne. Totti è stato una delle ultime, così come Zanetti per l’Inter."