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Pecci: “Con Donadoni è un altro Bologna”

Ernaldo Pecci nato a San Giovanni in Marignano il 12 aprile 1955, debutta in serie A il 3 marzo 1974 in un Juve – Bologna 1 – 1. Dopo due stagioni passa al Torino, conquistando nel 1975 – 76 lo scudetto, e dopo gli anni alla Fiorentina e al...

Redazione TuttoBolognaWeb

Ernaldo Pecci nato a San Giovanni in Marignano il 12 aprile 1955, debutta in serie A il 3 marzo 1974 in un Juve – Bologna 1 – 1. Dopo due stagioni passa al Torino, conquistando nel 1975 – 76 lo scudetto, e dopo gli anni alla Fiorentina e al Napoli torna al Bologna in B nel 1986 – 87, contribuendo alla promozione in Anella stagione successiva; lascia poi i rossoblù a 34 anni. Bilancio complessivo al Bologna: 163 presenza e 6 gol.

In una intervista al Resto del Carlino Pecci commenta a proposito di Donadoni: “Con il neo allenatore sembra davvero un altro Bologna, Donadoni è un allenatore preparato che conosce la materia. Da quando è arrivato ha fatto delle scelte giuste: ma non ho mai visto un allenatore che scende in campo e fa gol. Parlando di Rossi, invece, le sue colpe per il brutto avvio di campionato sono identiche ai suoi meriti per la promozione: in entrambe le situazioni ha avuto troppo poco tempo per incidere”. Secondo l’esperienza dell’ex rossoblù: “Quando si cambia l’allenatore, i giocatori sanno che il bersaglio delle critiche non c’è più e se vogliono ripararsi devono mettersi a correre. E’ stato l’avvio di una squadra piena di giovani, e coi giovani serve tempo. Da fuori ho avuto l’impressione che servisse anche qualche giocatore esperto per trascinare il gruppo, ma vedo che stanno venendo fuori”. Oggi nello stesso ruolo di Pecci gioca un ragazzino di 18 anni: "Diawara nel sangue ha la specialità e non è mica poco. Cito una frase di Cruyff: il calcio è una cosa molto semplice, ma giocare semplice non è così facile. Ecco, se uno sa stoppare bene la palla e la sa passare altrettanto bene è già sulla buona strada per diventare un buon giocatore”.

Facendo un salto nel passato, Pecci dichiara: "Al progetto di Saputo va dato tempo, perché anche nel calcio presto e bene non stanno insieme. Forse con un po’ più di pazienza vent’anni fa il Bologna di Gazzoni, Ulivieri e Oriali poteva essere il Bologna di Gazzoni, Zaccheroni e Pecci”. Non si sogna nemmeno di voler riscrivere la storia, Pecci rievoca invece, un Bologna che lo vide protagonista dietro la scrivania e che abortì sul nascere perché c’era una piazza che allora scoppiava dalla voglia di abbandonare quella in C1 in cui, nell’estate del1993, l’aveva scaraventata in fallimento del club.

Sabato c’è Torino – Bologna : “Questa è una serie A che, con un po’ di voglia di osare, a una squadra come il Torino poteva consentire di fare un campionato di vertice, sul tipo di quello che sta facendo la Fiorentina. Per quanto riguarda il Bologna, invece, ha avuto un febbrone da cavallo ma anche quelli aiutano a crescere. Oggi è una squadra che non sbaglia l’approccio alla partita: ed è un’ottima base per andare lontano”.

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