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Bologna-Milan, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

L'8 aprile 1990 andò in scena al "Dall'Ara" una delle partite più chiacchierate nella storia degli incontri tra Bologna e Milan e della massima serie in generale, non foss'altro per il risultato, uno pari a reti inviolate, quanto per un episodio alquanto ambiguo: a pochi minuti dal termine di una gara che aveva visto i padroni di casa petroniani dominare una delle squadre migliori sia in Serie A che a livello internazionale, il bomber Lorenzo Marronaro va in gol dopo aver ribadito un passaggio di Herbert Waas in area sul quale erano intervenuti prima in scivolata Filippo Galli e poi smanacciando il portiere Andrea Pazzagli (ex di turno).

L'arbitro Tullio Lanese, tra lo sbigottimento generale, lascia proseguire senza convalidare il punto che avrebbe consegnato giustamente al Bologna due punti meritatissimi, però poi emerge un altro elemento importante: Franco Baresi copre con il corpo la scena, per cui il fischietto messinese non avrebbe potuto avvedersene.

Riguardando la moviola Gigi Maifredi, allenatore dei rossoblù, dichiarò: "Mi sembra che non ci siano dubbi, la palla è nettamente dentro. Però, ripeto, oramai è andata, non serve ritornarci su, l'importante è che la mia squadra abbia giocato come doveva". Pur sottolineando la grave ingiustizia subita, il mister si comporta signorilmente dichiarando che in un parapiglia del genere poteva capitare una svista simile.

Intervistato da Giampiero Galeazzi, che gli chiedeva di "parafrasare in termini musicali" la gara, Lucio Dalla rispose che: "Cè un bel background, un bel collettivo in attesa di un assolo strepitoso". Che avrebbe potuto anche essere tale, se fosse stato convalidato quel gol.

Arrrigo Sacchi, vicino a Maifredi nel dopo partita, disse: "Partita difficile perchè il Bologna l'ha giocata molto bene". Evidenziando il fatto che il campo fosse pesante e i suoi giocatori affaticati, aggiunse: "Bisogna dare merito al Bologna che è stato molto bravo, aggressivo, ha saputo chiudere bene tutti gli spazi, ha saputo fare il fuorigioco nel modo giusto; insomma, ci ha creato tutti i problemi che poteva crearci. Complimenti a questa squadra, è stato un pareggio per noi buono perchè, devo dire, non avremmo meritato di più".

Parole sante, anche perchè dagli altri campi arrivarono notizie poco belle per i rossoneri: a Bergamo il giocatore del Napoli Alemao venne colpito alla testa da una monetina e la giustizia sportiva non esitò a dare la vittoria a tavolino ai partenopei per 2-0, consentendo così l'aggancio in classifica.

Nella giornata successiva il trionfo degli azzurri campani proprio a Bologna per 4-2 suggellò il sorpasso definitivo sul Milan, che fu clamorosamente sconfitto dal Verona in lotta per la salvezza per 2-1 sul campo del "Bentegodi": l'arbitro Rosario Lo Bello (figlio del più celebre Concetto), espulse nell'ordine Sacchi per proteste, Rijkaard per doppia ammonizione, Van Basten per uno "spogliarello" improvvisato in campo (maglia buttata a terra) e, infine, Costacurta per qualche parolina di troppo.

Così, dopo la prima "fatal Verona" del 1973, il "diavolo" meneghino crollò nuovamente consegnando di fatto il titolo Tricolore ai rivali diretti nella corsa allo Scudetto in un'annata che l'aveva visto trionfare ovunque al di fuori dell'Italia: vittorioso nella doppia finale (23 novembre e 7 dicembre) della Supercoppa UEFA contro il Barcellona, con pareggio per 1-1 (Amor per i blaugrana e Van Basten per i rossoneri) in terra catalana e conquista del trofeo grazie all'1-0 a "San Siro" con gol di Alberigo Evani. Il 17 dicembre 1989, invece, era arrivata la Coppa Intercontinentale battendo per una rete a zero dopo i tempi supplementari (ancora Evani) i colombiani dell'Atletico Nacional di Medellin. Il 23 maggio 1990 arrivò anche l'alloro europeo con la finalissima al "Prater" di Vienna contro i portoghesi del Benfica, battuti come nel 1963 con un gol di scarto firmato da Rijkaard: tale risultato, insieme alla vittoria della Sampdoria in Coppa delle Coppe e della Juventus in Coppa UEFA (finale tutta italiana contro la Fiorentina), consentì al Bologna arrivato ottavo in classifica di qualificarsi in Europa a distanza di venticinque anni.

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