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Bologna-Inter, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

Il 29 marzo 1964 Bologna ed Inter si affrontarono alla ventisettesima giornata al "Comunale" ed i nerazzurri ospiti si imposero per 2-1 con le reti di Mario Corso (19') e Jair Da Costa (49'), alle quali rispose Carlo Furlanis (76'). La squadra rossoblù, guidata da Fulvio "Fuffo" Bernardini era da poco entrata nel periodo segnato dallo "scandalo doping", iniziato il 4 di quel mese e passato alla storia come una delle vicende più incredibili del calcio italiano: la F.I.G.C. annunciò di aver trovato ben cinque giocatori positivi alle anfetamine in merito alla gara vinta con un rotondo 4-1 sul Torino (2 febbraio, doppietta di Bulgarelli e segnature di Nielsen e Pascutti).

Arrivò quindi la penalizzazione di tre punti, uno per l'oscuro episodio e due per la vittoria a tavolino assegnata ai granata, insieme a tanti altri tira-e-molla tipici di una commedia grottesca di italico sapore: fu anche squalificato Bernardini e la partita con l'Inter rivale per la conquista del titolo nazionale venne ribattezzata "Pasqua di sangue" visti il livore ed il veleno sparsi nel corso delle giornate. Fortunatamente, in campo e sugli spalti vinse la civiltà, non vi furono néscontri violenti durante il gioco, né atti di teppismo dentro e fuori dallo stadio. Il 16 maggio, meglio tardi che mai, il Bologna fu riabilitato e i tre punti di penalizzazione furono restituiti, tornando così di nuovo in testa alla classifica, a pari merito con i nerazzurri meneghini.

A proposito delle provette "inquinate" fu detto che le dosi emerse con i dovuti controlli sarebbero state eccessive non solo per degli esseri umani, ma anche per animali come i cavalli. Il 27 l'Inter conquistò la sua prima Coppa dei Campioni battendo con un secco 3-1 il fortissimo Real Madrid, vincitore delle prime cinque edizioni e proseguendo così il dominio italiano nella competizione, iniziato l'annata precedente con il Milan (vittorioso sul Benfica per 2-1).

Il 31, invece, terminò il campionato con petroniani e meneghini appaiati a 54 punti e fu necessario quindi lo spareggio per decidere chi avrebbe cucito lo Scudetto sulla propria maglia, esso fu fissato in data 7 giugno 1964, ma sfortunatamente proprio uno dei protagonisti della vicenda nonchè personaggio tra i più amati in città scomparve improvvisamente: il presidente Renato Dall'Ara, da ben trent'anni a capo del club, fu colto da infarto mentre era in riunione nella sede della Lega Calcio a discutere della partita decisiva con il collega di parte avversa Angelo Moratti ed il presidente dell'organizzazione calcistica nazionale Giorgio Perlasca.

Tutti, tifosi e non, accolsero con dolore la notizia e Gino Villani ebbe a commentare: "L'hanno fatto morire!".

Fortunatamente, ci penseranno i giocatori rossoblù ad onorarne la memoria vincendo lo spareggio di fronte ad uno stadio Olimpico gremito in ogni ordine di posti con un 2-0 indimenticabile, firmato da una punizione di Romano Fogli (deviata leggermente da Giacinto Facchetti) al 75' e da Harald Nielsen all'84', sigillando un trionfo meritatissimo, il cui mito perdura tutt'oggi.

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