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Bologna-Inter, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

Il primo incontro ufficiale tra Bologna e Inter in Serie A nel capoluogo emiliano avvenne il 16 marzo 1930 e terminò 2-2 con la doppietta di Federico Busini (25' e 70' su rigore) per i padroni di casa assieme alle segnature di Pietro Serantoni (23') e Antonio Blasevich (81') per gli ospiti. L'autore dei due gol rossoblù, noto anche come Busini I per distinguerlo dagli altri due fratelli, era un attaccante nativo di Padova, della cui rappresentativa locale diventerà un giocatore storico, con una militanza iniziata nel 1919 e durata fino al 1927, condita da 107 presenze e 18 reti. Subito dopo approderà sotto le Due Torri, ove conquisterà lo Scudetto nella stagione 1928-1929 e scendendo in campo, dal 1927 al 1930, 67 volte, con 15 marcature. Dopo tornerà nella città natia in due riprese distinte (1930-1931 e 1932-1933, 31 gare e 4 gol), indosserà anche le maglie di Hellas Verona (1931-1932) e Venezia (1934-1935).

Pietro Serantoni, invece, fu uno dei più brillanti centrocampisti di quell'epoca: nato nel capoluogo veneto, dove crebbe atleticamente, nel 1928 andò all'Inter, della quale fu insostituibile gregario, trascinandola allo Scudetto nella prima stagione assoluta della massima serie nazionale (1929-1930) con ben 16 reti (dietro al grande Meazza con 31). Nel 1934 passò alla Juventus, con la quale vinse il suo secondo titolo nazionale nel '35, dopodiché disputerà con la Roma le sue ultime stagioni della carriera (dal 1936 al 1940), che concluderà con la squadra del Suzzara, nella provincia mantovana (1941-1942). Serantoni fu anche perno della Nazionale ai mondiali francesi del 1938, in realtà avrebbe dovuto prendere parte anche alla fortunata spedizione casalinga del 1934, ma gli fu sconsigliato dal medico. Dal 1933 al 1939 giocherà per 17 volte con la maglia azzurra, includendo partite storiche come quella contro la Grecia (del 25 marzo del '34), terminata 4-0 e valevole per le qualificazioni alla Coppa del Mondo. Disputò tutte le gare del trionfo italiano nel torneo iridato del '38 in terra transalpina, ma tra tutte le partite da lui giocate una di quelle più celebri fu la "battaglia di Highbury": il 14 novembre del 1934 l'Italia fresca del titolo mondiale conquistato a Roma affrontò a Londra l'Inghilterra, la quale snobbava le manifestazioni calcistiche internazionali, ritenendosi superiore in quanto il calcio era nato ufficialmente lì.

Lo stadio di Highbury, appartenente alla squadra dell'Arsenal fin dal 1913, sorgeva nel quartiere di Islington della capitale britannica e la gara fu furbescamente organizzata per il mese di novembre in quanto il clima era freddo e umido, quindi pesante per gli ospiti. L'inizio fu subito in salita per gli azzurri, sotto per 3-0 dopo dodici minuti di gioco e praticamente in dieci a causa dell'infortunio di Luis Monti dopo uno scontro con l'attaccante Ted Drake, che segnerà il terzo gol dei "leoni d'albione" (12') dopo la doppietta di Eric Brook (3' su rigore e 10').

Alla fine del primo tempo i padroni di casa conducevano largamente e sembrava che i Campioni del Mondo dovessero soccombere, anche per l'abbandono definitivo di Monti, ma negli spogliatoi Attilio Ferraris, il capitano, lanciò il suo grido di battaglia, che infuse nuova forza ai suoi compagni di squadra entrarono in campo decisi a farsi valere in casa dei "maestri del calcio": nel giro di quattro minuti (58' e 62') il grande bomber Meazza segnò due reti e proprio all'ultimo colpì la traversa che avrebbe consegnato all'Italia e alla storia un meritatissimo pareggio.

Al triplice fischio finale, il pubblico presente applaudì indistintamente entrambe le squadre, anche se tutte le simpatie andarono chiaramente agli azzurri i quali celebrarono la sconfitta quasi come una vittoria.

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