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Bologna-Chievo, l’amarcord

Redazione TuttoBolognaWeb

Il 2 giugno 1996 è una data rimasta scolpita nel cuore della tifoseria bolognese, in quanto fu raggiunta la seconda promozione in Serie A nella storia del club emiliano e nel più rocambolesco dei modi: la gara tra i padroni di casa felsinei ed i clivensi ospiti era ferma sullo 0-0 quando, proprio all'ultimo minuto di recupero, l'attaccante Giorgio Bresciani spinse di testa il pallone in fondo al sacco, imbeccato dal superbo cross di Cristiano Doni.

Fino a quel momento, grinta e concentrazione, con un pizzico di nervosismo, l'avevano fatta da padroni, soprattutto da parte dei rossoblù che spingevano a più non posso per ottenere quei tre punti che avrebbero garantito matematicamente il salto di categoria, atteso dalla piazza emiliana da cinque anni.

Renzo Ulivieri, allenatore del Bologna, azzeccò la mossa vincente al 65', quando fece entrare Bresciani per Cornacchini, creando così sempre più problemi alla retroguardia dei veronesi, i quali reagivano difendendosi con ordine: l'urlo dei presenti sugli spalti fu la liberazione dall'ansia per un traguardo che abbracciava cinque anni di sofferenze epocali per il popolo petroniano, che metteva insieme due retrocessioni (quelle del '91 e del '93), il fallimento nell'anno della caduta all'"inferno" della C con la rinascita grazie all'intervento del nuovo presidente Giuseppe Gazzoni Frascara, che rinnovò una società martoriata, facendole fare un doppio salto di categoria mai verificatosi prima.

Helmut Haller, presente in tribuna, disse durante i festeggiamenti: "Io speravo proprio in ultimo minuto, perché prima hanno fatto due azioni formidabili, io speravo proprio in ultimo momento!".

Intervistato nel dopo-partita, l'artefice della magnifica cavalcata, mister Ulivieri (che neanche nel calura domenicale di inizio giugno aveva rinunciato al suo cappotto) dichiarò alla domanda sulla sua attesa del ritorno nella massima serie: "Da tanto, da quando sono venuto via dalla Sampdoria, '86, sono dieci anni".

L'allenatore da San Miniato (provincia di Pisa), fu anche l'autore del cosiddetto "torneo da bar" e cioè sei partite vinte consecutivamente, partendo dal 2-1 casalingo sul Genoa il 5 maggio fino al 3-0 sul Cosenza in trasferta all'ultima giornata il 9 giugno, che coronò una delle stagioni più belle che si ricordino: in mezzo, uno spettacolare 3-2 in rimonta sul Cesena nel suo fortino che riempì di gioia i tifosi al seguito, oltre alle vittorie sulla Lucchese (2-0 al "Dall'Ara" il 19) e sul Palermo (2-1, colpaccio esterno, il 26). Alla giornata successiva il successo sui gialloblù, al loro secondo campionato cadetto e guidati da un futuro condottiero rossoblù, Alberto Malesani.

Il Bologna arrivò così primo e salì assieme a Verona, Perugia e Reggiana, mentre in Coppa Italia raggiunse le semifinali: nei primi due turni giocati il 20 ed il 30 agosto eliminarono prima i "mastini" dell'Hellas (2-0) e dopodiché la Roma (1-0); poi agli ottavi superarono l'altra futura neo-promossa, cioè la squadra di Reggio Emilia (3-0) e ai quarti estromisero il Milan che in quell'annata avrebbe vinto lo Scudetto: dopo che andata e ritorno erano terminate 1-1, furono i calci di rigore a decretare il passaggio del Bologna. Fu per mano dell'Atalanta che finì l'avventura rossoblù, con ancora un pareggio (1-1) in casa e sconfitta (2-0) sul campo dei bergamaschi.

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