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Analisi tattica: il Milan di Gattuso

Redazione TuttoBolognaWeb

Il Milan di Gennaro Gattuso in fase di non possesso palla si trasforma in un 5-4-1, con la partecipazione di tutti i giocatori di movimento. I due esterni di centrocampo (Borini e Rodriguez) si abbassano sulla linea dei difensori andando a formare una linea a 5 per garantire maggior copertura. Di conseguenza scalano anche gli altri giocatori: Suso Bonaventura, esterni d'attacco offensivi, scalano a centrocampo affiancandosi a Montolivo e Kessiè, e Kalinic rimane l'unico riferimento in attacco.

Inoltre, si cerca di fare molta densità in zona palla, specialmente a seconda della zona del campo in cui ci si trova: sull'esterno d'attacco rossonero tutti accorciano per chiudere spazi e possibilità di manovra avversaria, allo scopo di recuperare la sfera e mettere Bonaventura o Suso nelle condizioni di sfruttare l'uno contro uno.

Se il pallone si trova nella zona centrale del campo la linea dei centrocampisti si stringe facendo molta densità, togliendo profondità e obbligando gli avversari a giocare in ampiezza. I rossoneri, però, non si trovano sguarniti nelle zone laterali, in quanto c'è sempre l'intervento di uno dei due terzini che è scalato sulla linea dei difensori. Infine i 3 centrali di difesa "originari" rimangono in posizione, avvicinandosi molto tra di loro per togliere soluzioni di gioco agli avversari.

Guardiamo alcune situazioni:

  • In questa situazione di non possesso palla il Milan, come dicevamo prima, si posiziona con un 5-4-1: Borini e Rodriguez (non inquadrato in quest'immagine) scalano sulla linea dei tre difensori centrali, che si avvicinano tra di loro e attuano la tattica del fuorigioco. Suso e Bonaventura si allineano ai centrocampisti centrali Montolivo e Kessiè, infine Kalinic rimane l'unico riferimento offensivo. La squadra è molto corta e compatta e rende difficile la possibilità di giocata agli avversari.
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    2. I rossoneri perdono palla sulla trequarti in zona centrale, e la transizione negativa (fase di non possesso palla) prende forma con la linea dei centrocampisti che si stringe molto verso il centro del campo: l'avversario non ha spazio per verticalizzare e gioca in ampiezza, nonostante ci sia notevole spazio tra il reparto di difesa e quello di centrocampo. C'è anche da dire che nessun giocatore del Benevento dà soluzioni di gioco in verticale. I i due esterni originari (Borini e Rodriguez) scalano dietro ricreando la linea difensiva a 5.

     

    3. Anche in questa situazione il Milan perde palla nella trequarti centrale e va a creare densità in zona palla aggredendo il portatore cercando di portarlo a giocare in ampiezza. I due esterni di centrocampo Borini e Rodriguez rientrano in copertura con intensità per formare la difesa a 5.

     

    4. Come dicevamo inizialmente, il Milan attua un pressing differente a seconda della zona di campo in cui si trova: in questa situazione ci troviamo sull'esterno ed è in possesso della palla il Benevento, di conseguenza, il Milan, attacca con intensità per recuperare il pallone ed è ben scaglionato tatticamente. L'avversario non ha soluzioni di gioco e deve andare a cercare la profondità, perdendo poi la sfera. Per i rossoneri è fondamentale il gioco sulle fasce, ed è specialmente sugli esterni di attacco che ha a disposizione i giocatori di maggiore qualità. L'obiettivo, dunque, diventa recuperare con intensità il pallone in questa zona di campo per permettere a Bonaventura da una parte o a Suso dall'altra, di puntare e sfruttare l'uno contro uno creando superiorità numerica e situazioni pericolose a proprio vantaggio.

     

    5. Infine, in quest'ultima immagine, notiamo anche i limiti del Milan: la squadra è in ritardo nel far densità, Suso non ritorna, e Borini è troppo alto e "pigro" nel rientrare. Non essendo propriamente il suo ruolo, Borini, spesso fatica a trovare i tempi giusti d'intervento nella fase difensiva. Musacchio tenta l'anticipo ma va fuori tempo e il centrocampista avversario riesce a imbeccare il compagno sull'esterno, che è completamente sguarnito, e può andare a puntare verso la porta. Anche la difesa rossonera è troppo bassa e c'è uno spazio pericoloso tra i due reparti. Tutto questo succede quando alla fase non partecipano i due esterni d'attacco (Suso e/o Bonaventura).

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