lo spunto

Vincere senza se e senza ma. Donadoni: per una volta dica ‘sì’

La partita con l'Hellas deve rilanciare le sorti del Bologna. Capitolo allenatore: nonostante le chiare parole di Saputo Donadoni non convince la platea sul suo futuro, maggior chiarezza potrebbe servire

Manuel Minguzzi

Non giriamoci attorno: per una volta il mister avrebbe potuto pronunciare parole un po’ più chiare. Dopo le varie interviste di Saputo e Di Vaio, sarebbe stato lecito aspettarsi un netto sì da parte di Donadoni quando gli è stato chiesto per l’ennesima volta se il suo futuro potesse essere ancora a tinte rossoblù. Il ‘non vedo perché no’ convince il giusto, perché è il solito giro di parole che non dice tutto, e onestamente non si capisce come mai il mister non se la senta di chiudere definitivamente i discorsi. ‘Mister resta?” “Sì”. Fine della notizia, fine delle supposizioni e delle domande sul futuro. Invece così facendo autorizza la stampa a chiederglielo di nuovo la prossima volta. Pazienza, o forse no perché si continuerà a parlarne inutilmente (sperando non ci siano sorprese).

Veniamo dunque alla partita con l’Hellas. Vincere, fine dello Spunto. Battute a parte, il Bologna ha un solo risultato a disposizione nel posticipo serale, punto primo per chiudere i giochi salvezza - le ultime hanno tutte perso - sia per riappropriarsi della parte sinistra della classifica e non far scappare il Chievo. Anche perché sarebbe ora di invertire il trend che vede il Bologna chiudere sempre dietro ai gialloblù di quartiere, una maledizione praticamente inattaccabile. Di fronte, inoltre, ci sarà un Hellas privo della punta titolare Toni ma con un Pazzini che porta con sé la fama di giustiziere rossoblù. Un’altra maledizione da sfatare.

E’ inoltre necessario riprendere il discorso, perché davanti c’è una Lazio in piena crisi, un Chievo in palla ma non più forte del Bologna, mentre dietro il divario si è accorciato e lunedì prossimo i rossoblù saranno di scena a Roma contro la squadra più in forma del campionato. Un solo punto stasera renderebbe le prospettive meno entusiasmanti nonostante il discorso salvezza non rappresenterebbe comunque un problema. Se il Bologna, dunque, riuscisse a superare il momento di flessione che lo ha colpito potrebbe avere qualche speranza concreta di ottavo posto, altrimenti il rischio di chiudere attorno al quindicesimo posto esisterebbe. Serve dunque un finale di stagione convincente che plachi i primi tumulti per una flessione tecnica palese e una incertezza dirigenziale nata da dissidi interni latenti.

Non solo classifica, la partita di stasera è fondamentale anche per il futuro dirigenziale perché tre punti cementerebbero la salvezza e consentirebbero a Corvino di farsi da parte come ormai sembra chiaro. Prima si chiudono i conti con la salvezza prima si troverà un direttore sportivo con cui programmare la prossima stagione. In questa situazione si dovrà agire di concerto con il mister che dovrebbe essere ancora Donadoni nonostante quella porticina mai del tutto chiusa. Ci sta nel momento in cui c’è da attendere un colloquio con il proprietario, ma quando tutti hanno blindato la posizione del tecnico è proprio dal protagonista che ci si aspetta una risposta chiara. E’ arrivata sibillina anche nella conferenza di ieri, ma il sì chiaro si spera possa esserci dopo il match odierno e dopo una vittoria convincente. E se l’anno scorso il Bologna si è affacciato per ultimo alla Serie A, ora c’è davvero la possibilità di programmare con largo anticipo quello che verrà. Lasciarsela sfuggire sarebbe da folli, ecco perché Donadoni dovrebbe evitare frasi che si prestino anche ad una sola singola interpretazione che non sia la sua permanenza.

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