lo spunto

Vincere per…

Crea scompiglio la vittoria del Frosinone, ma il Bologna può chiudere i conti. Donadoni? Resterà qua

Manuel Minguzzi

E così il meccanismo perfetto dell’Empoli si è inceppato. Il Frosinone, con una prova ordinata, passa in Toscana e riapre clamorosamente i giochi salvezza. Ora quelle che stanno subito sopra iniziano a tremare. La vittoria ciociara, inoltre, consegna al Bologna una duplice motivazione per fare risultato oggi al Dacia Stadium. Vediamole.

Innanzitutto, non si può abbassare la guardia. La salvezza matematica non è ancora stata raggiunta ed è bene stoppare sul nascere eventuali rimonte, giusto per non trovarsi spiazzati nel caso qualche risultato andasse storto. Certo, la salvezza non sembra in pericolo ma prima si chiudono i conti e meglio è. Nel calcio va sempre così e le sorprese sarebbe bene evitarle. Detto questo, quello con l’Udinese è uno scontro diretto a tutti gli effetti per quanto riguarda la metà classifica. Se perdessimo verremmo raggiunti, in caso di vittoria terremmo la colonna di sinistra. Ma c’è di più, con l’Empoli in difficoltà per il Bologna si apre la possibilità di migliorare ulteriormente la classifica e rimanere in corsa per il settimo posto. Una vittoria chiuderebbe i conti per la salvezza e spalancherebbe le porte della felicità.

Il Bologna è una squadra che gioca al calcio come forse non ha mai fatto dai tempi di Di Vaio-Ramirez-Diamanti, ecco perché è lecito pensare che i rossoblù possano battere chiunque stazioni dal quarto-quinto posto in giù. I tempi della paura di giocare in stadi storicamente a noi ostici è finito. Una volta la trasferta di Udine ci faceva paura, perché non riuscivamo mai a fare punti se non infilare una serie di pareggini striminziti, ora è tutto diverso. C’è la sensazione che se il Bologna riesce a giocare da Bologna, chiunque ci sta di fronte può essere battuto. E’ anche da questa percezione che l’attesa per la sfida di venerdì alla Juve è spasmodica: mai come ora nutriamo la possibilità di fare punti anche contro i campioni d’Italia. Ma prima c’è l’Udinese, il Dacia Stadium, l’ennesima prova di maturità. Dopo le sfide impossibili e prestigiose, per i rossoblù diventa necessario portare a casa le partite abbordabili, quelle sfuggite a Torino e Frosinone ad esempio. Una vittoria oggi consegnerebbe alla Serie A una squadra da tener d’occhio, da temere, affrontare definitivamente con rispetto. Anche la Juve potrebbe drizzare sul serio le antenne.

Chiusura su Donadoni. Allenerà mai il Milan? Probabilmente sì, è nel suo destino, ma fino al 2018 ce lo teniamo noi. Non ha senso dunque ogni volta sottoporgli sempre la stessa domanda. Il mister è con noi, lo sarà fino a scadenza del contratto, i media si mettano il cuore in pace. Se il Milan se lo è fatto sfuggire non è colpa nostra, e ora non si può cambiare il passato o spingere e modificare l’immediato futuro pompando mediaticamente una situazione che non esiste. Donadoni andrà al Milan quando ci sarà un progetto chiaro e vincente. Per il momento c’è solo confusione, sia tecnica che dirigenziale, e forse per un allenatore è preferibile la progettualità del Bologna, che porta con sé chiarezza e idee. Avanti con Donadoni, con ambizioni europee per i prossimi anni. Per il momento non c’è pericolo, ma sappiamo che contro il destino è difficile andare.