lo spunto

Un Bologna fa primavera, ma a volte è meglio aiutarsi da soli

Dopo il freddo invernale di febbraio con quattro sconfitte consecutive in casa, i rossoblù riconquistano il proprio pubblico con 4 gol al Chievo. Che sia giunta la primavera?

Manuel Minguzzi

Dopo il brutto primo tempo, senza praticamente tiri in porta e preda del solito errore difensivo, il Bologna sembrava si stesse preparando alla solita partitaccia interna col rognoso Chievo, invece, grazie ad un paio di cambi azzeccati, i rossoblù sono riusciti a risollevarsi e a strappare addirittura una sontuosa standing ovation. Insomma, dopo il gelo di febbraio, costellato di sconfitte, prestazioni criticabili e atteggiamento spesso sacrificale al cospetto delle big, il Bologna, una settimana dopo la discoteca e il silenzio stampa, trova la seconda vittoria consecutiva utile a ridare slancio al finale di campionato. Che sia sbocciata la primavera?

Forse sì, anche se le prossime due sfide, Fiorentina dopo la sosta e Roma, diranno molto della solidità e della verve di un Bologna chiamato a chiudere dignitosamente la stagione per raggiungere i propri obiettivi di minima (il punto in più di un anno fa). Ma guardando al presente, che è quello che conta ora, si percepisce come la squadra stia ritrovando voglia di giocare, di cimentarsi, competere e vincere contro squadre ostiche anche se non big del calcio. Inoltre, se Di Francesco e Verdi si accendono come successo oggi da qui alla fine anche in casa ci si può divertire. E' questo il dato, finalmente il Bologna ha vinto una partita con i cambi, effettuati al momento giusto e azzeccando interpreti e spartito per cambiare una sfida nata male e che poteva finire con i soliti fischi. Da questo riparte Donadoni, dal numero nove, dalle sue giocate, dai suoi dribbiling, dalla voglia di Di Francesco e dalla concretezza di Dzemaili, mentre stride il fatto che nella giornata in cui il Bologna segna 4 gol dai marcatori risulti assente il suo bomber designato: Mattia Destro. Questa è l'unica nota negativa del coro felsineo, assieme alla solita presa di posizione generalizzata della curva verso i giornalisti, i soliti sporcaccioni e cattivoni...

Ecco allora che un Bologna gagliardo, con spirito, atteggiamento e voglia di giocare, può davvero cercare un risultato di prestigio da qui alla fine del campionato, facendo dimenticare del tutto l'orribile mese di febbraio. Finire bene aiuta non solo la memoria ma anche il futuro, nascondere da un lato le brutture per esaltare le cose buone, ripartendo con spirito diverso sul mercato estivo in vista della stagione 2017/2018 che come obiettivi non si scosterà di molto da questa. E se non si può offrire l'Europa, serve almeno arricchire il menù con un pizzico di sano divertimento: un aspetto che spesso va di pari passo con i risultati. Notare come il clima al Dall'Ara sia cambiato tra primo e secondo tempo dovrebbe far capire alla società che qualche risultato in più in casa renderebbe gli animi più sereni, senza dover sempre ricalcare il cerchietto rosso sulla parte di stampa più critica e accusata di non aiutare il progetto rossoblù. A volte, il modo migliore per ricevere una mano dall'ambiente è iniziare ad aiutarsi da soli, con partite come quella di oggi che sanciscono una standig ovation che da tempo non si vedeva. Questo è lo snodo cruciale per una serena crescita ambientale in attesa dell'Europa.