lo spunto

Stadio ed Europa si allontanano, Donadoni resta e Bigon può diventare il nuovo Ds

Fenucci blinda Donadoni ma non Corvino, sullo stadio e sugli introiti l'Ad ammette la grande differenza tra il Bologna e le big. Si allungano i tempi per il Dall'Ara e andare in Europa non sarà così facile

Manuel Minguzzi

Si ritorna alla realtà. L'amministratore delegato Claudio Fenucci ha espresso concetti chiari, forse inequivocabili. Su Stadio, Saputo, direttore sportivo e mercato, l'Ad ha provato a fare chiarezza nel corso della conferenza stampa di rinnovo della partnership con Faac. Se qualche tifoso aveva deciso di viaggiare sulle nuvole, occorre armarsi di paracadute e prepararsi ad una discesa, che non vuol dire stenti e retrocessioni ma semplicemente affrontare una serie di step che portino il Bologna a diventare un club moderno e autofinanziato.

Andiamo con ordine. Dall'Ara. "Sarebbe un successo se i lavori partissero nel 2018", queste le parole di Fenucci che ha anche ammesso come i costi della realizzazione non dovranno ricadere tutti sulle tasche di Saputo. Tradotto: tra Credito Sportivo, sponsor o finanziatori, il Bologna dovrà attingere ad altre risorse che non siano solo riconducibili ai conti correnti del chairman. Significa che il parere della Soprintendenza è certo importante ma non determinante ai fini della tempistica. Se ad aprile arrivasse il sì non significherebbe in automatico ad un via ai lavori in estate, anzi. Serve pazienza, i tempi si allungheranno ancora e forse tutto non inizierà nemmeno il prossimo anno...

Capitolo Corvino. Fenucci sull'argomento è stato chiaro 'chi non condivide la nostra filosofia di lavoro ce lo dica', il destinatario del messaggio è ovviamente il Ds uscente che saluterà ufficialmente la compagnia una volta ottenuta la salvezza. Per l'amministratore delegato il calcio moderno impone una gestione globale e condivisa di tutte le aree del club e non ci possono essere settori autonomi all'interno di società calcistica chiamata anche a rispettare un piano economico-finanziario pensato ormai due anni fa. In sostanza, Corvino è fuori dai giochi, mentre il Bologna sarà chiamato a sostituirlo con un dirigente dal pedigree e dalla personalità differente. Corvino è un personaggio ingombrante, Sabatini idem, ecco perché probabilmente toccherà a Bigon. Può piacere? Dipende. A Napoli ha speso tanto, a volte male, ed è mancato clamorosamente sotto il profilo dello scouting. Facciamo un elenco dei giocatori meteora passati da Napoli: Yebda, Sosa, Dumitru, Ruiz (in Spagna si è ritagliato una buona carriera), Fideleff, Vargas, Uvini, Reveillere, Doblas, Radosevic, Novotny e si potrebbe continuare. Certo, ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana oltre a conquistare la qualificazione in Champions League, ma errori ce ne sono stati. Gli va dato atto comunque di aver gestito bene la cessione di Cavani costruendo una squadra competitiva, ma quando si hanno i soldi tutto è più facile. Nel conto ci sarebbero anche i nove milioni spesi per Britos, in sostanza cifre che potrebbe non maneggiare questa estate. Poi Verona, ma ci auguriamo che la sciagura non sia di sua responsabilità e che questa esperienza gli serva da lezione...

In chiusura, ricordando pure la conferma di Donadoni da parte di Fenucci, appare chiaro come il chairman abbia deciso di investire tanto nei primi due anni per chiudere importanti situazioni debitorie, conquistarsi la promozione e la permanenza in massima serie, ma che dal prossimo anno cercherà di lavorare in modo diverso. Per rendere il Bologna una big serve un fatturato maggiore, serve far camminare il club sulle proprie gambe senza fare affidamento sui continui aumenti di capitale del proprietario. Da qui anche l'ipotesi di una cessione a fronte di una offerta importante. Non si tratta di avere davanti un Saputo meno entusiasta ma solo di rispettare un piano studiato a fondo al momento dell'ingresso della nuova proprietà. Non si sperpera, si cerca di rendere virtuoso il club e di cambiare il calcio italiano. Se la Lega rimarrà stagnante sulle sue posizioni sarà difficile rivedere il Bologna in Europa, anche se non è sempre il fatturato a sancire la classifica e il Sassuolo lo dimostra. Per il momento ci si accontenta di una ritrovata solidità finanziaria che permetterà al club di non rischiare più il fallimento. Per tutto il resto ci vorrà tanta pazienza.

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